Ex Cotir, si comincia: dalla bonifica esterna Riconversione al via 

Diventerà una centrale a idrogeno al servizio del Vastese: fornirà anche combustibile ai mezzi di trasporto della Tua

VASTO. Nuova vita per l’ex Cotir di contrada Zimarino a nord di Vasto. La struttura, abbandonata da oltre un decennio, grazie a un finanziamento da dieci milioni concesso all’Arap diventerà un centro per la produzione di idrogeno “verde”, destinato non solo ai processi produttivi ma anche alla trazione di veicoli. Il centro avrà infatti un’area destinata proprio agli autobus a idrogeno della Tua. «La produzione di idrogeno», spiega Gianni Cordisco dell’Arap, «avverrà attraverso l’energia catturata da pannelli solari connessi con gli impianti di elettrolizzazione».
Diversi i sopralluoghi compiuti nella struttura. Il primo passo dei lavori sarà la bonifica dei terreni che circondano l’ex Cotir e poi la risistemazione e adattamento degli interni. Tutto è cominciato su proposta del vice presidente e assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudente. Fra le ragioni della scelta c’è la posizione dell’ex centro di ricerca vicino all’area industriale di Punta Penna ma anche al casello autostradale di Vasto nord e alla Val di Sangro, verso cui sarà convogliato parte dell’idrogeno prodotto.
Il Cotir è chiuso da anni e il suo recupero ridarà una migliore immagine a tutta la zona. Una decisione positiva non solo perché recupererà una stabile abbandonato ma anche perché molte aziende del territorio puntano sull’idrogeno. La centrale sarà un valido sostegno all’economia di tante imprese che vedranno una diminuzione dei costi energetici. Come accade per la nascita di ogni nuovo insediamento, la centrale diventerà una nuova opportunità per favorire l’occupazione del territorio. Il recupero dell’ex Cotir ha soddisfatto anche l’amministrazione comunale e quanti erano preoccupati per il degrado che circondava l’ex centro per le tecniche irrigue.
Dalla struttura sono stati portati via mezzi agricoli, attrezzature e computer. Le porte e i sanitari sono stati divelti, le grondaie e i canali di rame spariti e le forestiere svuotate. Gli arredi distrutti. Da gennaio 2018, dopo la decisione di sospendere ogni tipo di attività al Cotir, assunta e decisa dai liquidatori e ratificata dall’assessorato alle Politiche agricole della Regione, le cose sono peggiorate. Ora ci si avvia verso la rinascita.(p.c.)
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