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Ferisce il figlio in testa col cric, lite in famiglia finisce nel sangue a Rocca San Giovanni

Aggredito dall'anziano genitore in contrada Vallevò. Il 50enne, ricoverato a Lanciano dopo il violento trauma alla testa, ha detto di essere caduto

ROCCA SAN GIOVANNI. È ricoverato nell’ospedale Renzetti di Lanciano, A.D.A., 50 anni, di contrada Vallevò di Rocca San Giovanni, per un trauma cranico, lesioni alla testa causate dalle diversi colpi ricevuti. Ad aggredirlo sarebbe stato il padre, R.D.A., al culmine di una lite.

Che cosa sia accaduto ieri pomeriggio nella frazione marina di Rocca San Giovanni, è ancora tutto da ricostruire da parte dei carabinieri della compagnia di Ortona, guidati dal capitano Roberto Ragucci. Le indagini sono in corso e avvolte dal riserbo.

Da una prima ricostruzione pare che padre e figlio, che vivono assieme ad una sorella in una casa a Vallevò, nel pomeriggio abbiano discusso. La lite sarebbe via via degenerata. Dalle parole si sarebbe passati agli spintoni, alle mani e addirittura alle bastonate. Sarebbe stato il padre a prendere un bastone, molto probabilmente un arnese simile a un cric e a colpire, non una sola volta, il figlio alla testa, ferendolo.

L’uomo attorno alle 19 è stato soccorso dagli operatori del 118 di Lanciano che si sono trovati davanti ad una scena raccapricciante per via del sangue copioso perso dal ferito. A.D.A. è stato trasportato d’urgenza al Pronto soccorso dell’ospedale Renzetti. Qui è stato sottoposto ad accertamenti, ad una Tac alla testa per evidenziare eventuali lesioni interne e per capire se la situazione fosse talmente delicata da richiedere il trasferimento alla Neurochirurgia dell’ospedale di Pescara. Ma, fortunatamente, le ferite non pare siano tanto gravi.

L’uomo, infatti, è rimasto vigile, non ha mai perso conoscenza. Anzi, ha dato anche la sua versione dei fatti ai medici del Renzetti che hanno chiesto come si fosse ferito. Avrebbe detto che quelle ferite sarebbero state provocate da una caduta accidentale. Ma i medici non hanno creduto a questa versione perché le lesioni non erano, e non sono, compatibili con una caduta. Piuttosto sarebbe stato un oggetto molto pesante a provocargli i traumi.

Al Renzetti è stato sottoposto ad accertamenti che erano ancora in corso intorno alle 23 di ieri sera. I carabinieri solo quando avranno più chiaro il quadro della situazione, il responso medico con tanto di prognosi, potranno procedere. Se le lesioni saranno giudicate guaribili in meno di 20 giorni, infatti, si procede solo se c’è una querela da parte della persona offesa, in questo caso del figlio nei confronti del padre colpito probabilmente da uno scatto d’ira. Altrimenti se la prognosi supera i 20 giorni si procede d’ufficio per lesioni lievi, se supera i 40 giorni per lesioni gravi.

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