Frodano l'Iva per oltre un miliardo

Cellulari venduti con fatture false, coinvolto un teatino

CHIETI. È coinvolto anche un commerciante di Chieti nell'operazione della Finanza di Roma che ha scoperto un giro di evasione fiscale da un miliardo e 200 milioni. La frode Iva, attraverso la vendita di cellulari, messa a segno in 22 province.

L'operazione «Transilvania» che ha tenuto impegnati gli uomini della Guardia di Finanza per parecchi mesi, ha smascherato commercianti all'ingrosso di Roma, Napoli, Salerno, Ancona, Avellino, Bologna, Caserta, Ferrara, Foggia, Frosinone, Latina, Lecce, Milano, Modena, Padova, Ravenna, Rieti, Terni, Treviso, Viterbo, Vibo Valentia.

Nei giorni scorsi le Fiamme gialle, al comando del colonnello Fabio Mendella hanno effettuato una perquisizione anche a Chieti in una rivendita all'ingrosso di materiale elettronico dove sono state controllate tutte le operazioni commerciali con relativa fatturazione. Documentazione acquisita dalla Finanza e nella quale sarebbero state ravvisate gravi irregolarità dal punto di vista fiscale. In alcuni casi, sempre in base alla ricostruzione eseguita dai finanzieri, sarebbero state documentate anche transazioni commerciali di fatto mai avvenute.

Secondo l'accusa il gruppo criminale era composto da diversi soggetti residenti tra Roma e Napoli. Un sodalizio ben organizzato e ben radicato sul territorio nazionale che avrebbero operato dal 2007 al 2011 con guadagni illeciti da capogiro. La truffa veniva attuata tramite l'emissione di fatture false emesse da una società romena, costituita appositamente.

L'operazione é stata diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e ha consentito di individuare circa cento ditte operanti sull'intero territorio nazionale che, oltre ad essere formali clienti della società romena, a loro volta erano coinvolte in un'ulteriore frode carosello sull'Iva. Tali società, nello stesso periodo, risultano aver effettuato acquisti di beni, senza Iva, anche da altri fornitori dell'Ue per un ammontare di circa 1,2 miliardi di euro, beni poi rivenduti in Italia agli effettivi beneficiari della frode, a prezzi fortemente concorrenziali.

Ma l'operazione Transilvania non è giunta ancora al capitolo finale. Le Fiamme gialle di Roma stanno ora cercando di individuare l'ultimo anello della filiera fuorilegge. Ossia i negozianti al dettaglio che pur avendo beneficiato di consistenti sconti sulla merce ricevuta, in prevalenza telefoni cellulari, avrebbero venduto gli apparecchi a prezzo pieno. I soggetti individuati dalla Guardia di Finanza della Capitale e quindi anche l'amministratore della società commerciale che ha sede a Chieti dovranno rispondere di frode fiscale.

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