Honda, 6 milioni da Di Lorenzo per danni 

L’ex vicepresidente esecutivo e 5 aziende ritenute a lui vicine condannati al risarcimento per presunti raggiri nelle forniture

ATESSA. Ammonta ad oltre 6 milioni e 250mila euro il risarcimento danni concesso alla Honda Italia Industriale dal Tibunale delle imprese dell'Aquila al primo grado di giudizio. Il colosso nipponico che gestisce ad Atessa il più grande stabilimento industriale di Honda in Europa, assistito dai professionisti della sede romana dello studio legale Ughi e Nunziante, aveva fatto causa contro il suo ex vice presidente esecutivo Silvio Di Lorenzo e le ditte Tecseo srl, Tecseo.it srl, Autotrasporti De.Ca srl e Deca Spain SL. L’azione giudiziaria di risarcimento danni è stata avviata da Honda Italia Industriale nel 2014 nei confronti del suo ex dirigente per servizi commissionati durante il periodo in cui era amministratore, avendoli ritenuti fonte di danni ingenti. La richiesta di risarcimento danni era stata inizialmente di 10 milioni di euro.
Secondo la casa giapponese Di Lorenzo, ai vertici dello stabilimento in Val di Sangro per 30 anni (dal 1982 al 2012), avrebbe agito da «infedele amministratore», causando «ingiustificate e gravissime perdite alla società». In particolare la motivazione per la causa intentata dal noto marchio motoristico riguardava «un’azione di risarcimento danni per delle forniture commissionate durante il periodo in cui Di Lorenzo era amministratore, che riteniamo essere state per la nostra azienda fonte di consistenti danni».
Nel dossier presentato all'epoca come accusa dal noto studio legale di Roma Macchi di Cellere Gangemi si ricostruiva come l'ex vice presidente Di Lorenzo negli anni «in nome e per conto di Honda Italia, nella sua qualità di vicepresidente esecutivo della società» avesse «affidato ricchissimi contratti di fornitura di servizi, in assenza delle benché minime giustificazioni economiche e commerciarli e in violazione delle elementari regole di corretta amministrazione oltre che delle procedure interne della società».
Secondo l'accusa presentata da Honda, a favore delle società Teceso srl, Teceso.it srl, Autotrasporti De.Ca srl e Deca Spain SL Di Lorenzo avrebbe «firmato contratti e autorizzato il pagamento di fatture in nome di Honda per la prestazione di servizi a prezzi significativamente sproporzionati rispetto ai prezzi di mercato e/o per la prestazione di servizi totalmente inutili, ossia di nessun beneficio per la società esponente o addirittura per servizi mai effettivamente prestati, e inoltre con modalità e con tempistiche che hanno comportato danni enormi per la società, la quale, oltre ad aver sborsato ingiustificatamente somme ingentissime, non ha potuto avvalersi per anni di servizi essenziali ed adeguati alle sue necessità aziendali».
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