«Il nostro amore era ostacolato Ecco perché ho ucciso Eliana» 

L’assassino: «I rapporti conflittuali con l’ex marito avevano esasperato sia me sia la mia compagna Non volevo fuggire, era mia intenzione suicidarmi ma non ce l’ho fatta». È un’accusa da ergastolo

CHIETI. Ha raccontato di averla uccisa perché il suo amore per la compagna era ostacolato da tutti, in primis dalla famiglia di lei. Giovanni Carbone, l’assassino di Eliana Maiori Caratella, bancaria di 41 anni, ha risposto ieri mattina alle domande del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Chieti Luca De Ninis, durante l’udienza di convalida del fermo per il delitto avvenuto lunedì in una villetta di via Antonelli, a Miglianico, dove la donna è stata freddata con un colpo di pistola alla testa. In collegamento dal carcere di Lanciano, e assistito dall’avvocato Franca Zuccarini, il 39enne pluripregiudicato originario di Matera – vicino agli ambienti della criminalità foggiana – ha fornito la sua versione dei fatti.
L’INTERROGATORIO
«Non volevo fuggire, i bagagli pronti erano per il carcere», ha detto Carbone nel corso dell’interrogatorio riferendosi al fatto che, quando si è consegnato ai carabinieri della stazione di Miglianico, aveva caricato nell’automobile le valigie con tanto di stecche di sigarette. Il killer ha anche precisato di aver acquistato (illegalmente) la pistola per difesa personale, rimarcando di aver preparato i bagagli perché sapeva che, una volta costituito, i militari dell’Arma lo avrebbero arrestato. «Avevo intenzione di suicidarmi», ha aggiunto Carbone, «ma poi non ce l’ho fatta». Secondo l’assassino, i familiari della compagna avevano reso questo amore impossibile. Lui ha raccontato di essere esasperato dalla situazione e che avrebbe dovuto prendere la compagna e andare via.
LA DIFESA
La difesa precisa che l’assassino ha mostrato segni di pentimento: «È distrutto e sotto choc», dice l’avvocato Zuccarini. Resta il giallo sulle quattro ore di buco, ovvero dai minuti immediatamente successivi al delitto, che si è consumato alle otto del mattino, fino a mezzogiorno, quando Carbone si è presentato in caserma.
RAPPORTI CONFLITTUALI
I parenti della vittima, compreso l’ex marito, erano contrari anche al fatto che Carbone – personalità violenta con alle spalle una sfilza di precedenti penali – vivesse nella stessa abitazione dei due bambini di Eliana, nati durante il matrimonio ormai naufragato.
I PASSAGGI GIUDIZIARI
Il giudice si è riservato l’ordinanza, che sarà emessa entro oggi, mentre il sostituto procuratore Marika Ponziani ha chiesto la conferma della custodia cautelare in carcere. Carbone rischia l’ergastolo: è accusato di omicidio volontario, di detenzione e porto illegale della pistola in luogo pubblico e di ricettazione dell’arma stessa. Nelle prossime ore, in relazione al delitto, la procura potrebbe decidere di contestare l’aggravante della premeditazione. Stamattina è in programma il conferimento dell’incarico per l’autopsia, che sarà eseguita dal medico legale Cristian D’Ovidio. Nomineranno un proprio consulente anche i familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Italo Colaneri e Antonella Capretti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA