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Indagato per terrorismo, scatta il blitz
Fresagrandinaria, i carabinieri del Ros perquisiscono un tunisino che vive da tempo in paese: portato in caserma
FRESAGRANDINARIA. Il blitz è scattato ieri pomeriggio, quando i carabinieri con il mefisto calato sul volto sono piombati a Fresagrandinaria. Un tunisino che vive da tempo nel piccolo paese del Vastese è indagato per terrorismo internazionale di matrice islamica. Gli investigatori del Raggruppamento operativo speciale (Ros) lo hanno perquisito, a caccia di indizi utili all’inchiesta. La presenza delle pattuglie arrivate con i lampeggianti accesi e le sirene spiegate e quella dei militari con il passamontagna hanno catturato l’attenzione dei residenti. Il tunisino è stato prelevato dalla sua abitazione e portato nella caserma del paese. Non sono da escludere sviluppi nelle prossime ore.
Il reato contestato è quello previsto dall’articolo 270 bis del codice penale, introdotto nel 2001 dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York, che punisce con la reclusione da sette a quindici anni chi «promuove, costituisce, organizza, dirige o finanzia associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico». La pena prevista per i partecipanti, invece, è il carcere da cinque a dieci anni. «Ai fini della legge penale, la finalità di terrorismo ricorre anche quando gli atti di violenza sono rivolti contro uno Stato estero, un’istituzione o un organismo internazionale».
Per lo stesso reato, nel 2022, è stato condannato dal tribunale dell’Aquila a due anni di reclusione (pena convertita in espulsione) Arslan Faiz, pakistano di 33 anni arrestato dai carabinieri del Ros a Francavilla al Mare, dove lavorava come dipendente di un autolavaggio di contrada Michetti e viveva in via Nazionale Adriatica. L’uomo è accusato di essere un promotore di attività terroristiche e di guerriglia. I magistrati gli hanno contestato anche l’esercizio del martirio al fine di punire le persone occidentali o comunque ritenute infedeli.
Il reato contestato è quello previsto dall’articolo 270 bis del codice penale, introdotto nel 2001 dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York, che punisce con la reclusione da sette a quindici anni chi «promuove, costituisce, organizza, dirige o finanzia associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico». La pena prevista per i partecipanti, invece, è il carcere da cinque a dieci anni. «Ai fini della legge penale, la finalità di terrorismo ricorre anche quando gli atti di violenza sono rivolti contro uno Stato estero, un’istituzione o un organismo internazionale».
Per lo stesso reato, nel 2022, è stato condannato dal tribunale dell’Aquila a due anni di reclusione (pena convertita in espulsione) Arslan Faiz, pakistano di 33 anni arrestato dai carabinieri del Ros a Francavilla al Mare, dove lavorava come dipendente di un autolavaggio di contrada Michetti e viveva in via Nazionale Adriatica. L’uomo è accusato di essere un promotore di attività terroristiche e di guerriglia. I magistrati gli hanno contestato anche l’esercizio del martirio al fine di punire le persone occidentali o comunque ritenute infedeli.