Italia Nostra: «L’ex rettorato va restaurato» 

L’associazione chiede alla d’Annunzio di ripensare l’idea di demolire l’edificio nel campus di Chieti

CHIETI. Italia Nostra non condivide la decisione di abbattere l’ex rettorato della d’Annunzio, realizzato tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, per la quale propende invece il consiglio d’amministrazione dell’università a causa dei problemi strutturali e della parziale inagibilità del fabbricato.
«Si elimina una testimonianza importante del percorso formativo del campus di Chieti, l’edificio col quale fu posta la sua prima pietra», sostiene una nota del comitato direttivo della sezione “Lucia Gorgoni” di Pescara, ricordando che «per il progetto fu emanato un concorso di idee a inviti, vinto da uno studio di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e internazionale del ’900. La costruzione del fabbricato fu il primo passo per la realizzazione della città universitaria a Madonna delle Piane, all’interno di un’ipotesi generale di assetto di cui voleva rappresentare un caposaldo. Il suo progetto è a firma dello Studio Bbpr (Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers), costituito da professionisti che hanno svolto un ruolo importante nello sviluppo della cultura architettonica italiana del Dopoguerra».
Italia Nostra chiede perciò all’ateneo di tornare sui suoi passi, accantonando l’idea che oggi ipotizza uno spazio verde, un anfiteatro o una piazza al posto dell’edificio, e «di coinvolgere in questa fase anche la Soprintendenza e il dipartimento di Architettura per trovare modalità e strategie per la conservazione in un restauro che ne recuperi l’utilità». A far optare per la demolizione, è stato però il fatto che l’edificio ha problemi strutturali difficilmente sanabili. Di qui l’orientamento del Cda della d’Annunzio dopo aver vagliato le strade di ristrutturazione, abbattimento e ricostruzione, solo abbattimento».
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