La Carichieti rilancerà Palazzo Iacobitti

Il presidente della Fondazione: «Subito la messa in sicurezza, poi la ristrutturazione»

LANCIANO. Palazzo Iacobitti tornerà all’antico splendore. La Carichieti, proprietaria dell’immobile di corso Bandiera, ha ufficializzato al sindaco Filippo Paolini l’intenzione di ristrutturare il palazzo settecentesco. Al di là di un intervento urgente per la messa in sicurezza dell’edificio, abbandonato all’incuria e al degrado, la banca porterà avanti un progetto di restauro. La destinazione è da decidere: uffici pubblici o residenze signorili?

Dipenderà anche dal Comune, che intanto individua la nuova sede del comando dei vigili urbani. Il destino di Palazzo Iacobitti è a una svolta. A breve gli infissi rotti, i cornicioni rovinati e l’incuria lasceranno l’antico edificio. La Carichieti ha dato un’accelerata al progetto per la messa in sicurezza del palazzo settecentesco di scuola vanvitelliana, una volta residenza signorile, poi anche scuola e finito, infine, nel degrado. «Entro aprile presenteremo il progetto degli interventi al Comune», promette l’architetto Mario Di Nisio, presidente della Fondazione Carichieti, che ha incontrato Paolini in occasione della presentazione dei riti della Settimana Santa in città.

Sarà rifatta tutta la struttura del tetto, in legno, i cornicioni e gli infissi pericolanti e si troverà un modo per porre fine alle incursioni dei piccioni che hanno rovinato l’ingresso e l’architettura di pregio. Le valutazioni economiche sono in corso. «Ma siamo intenzionati a ristrutturare tutto l’edificio», è l’annuncio che fa Di Nisio, «al di là degli interventi urgenti di messa in sicurezza, è un edificio che merita di essere recuperato per un uso funzionale, magari per destinare negozi e residenze signorili negli oltre 300 metri quadrati di superficie. La cosa migliore sarebbe che qualche ente pubblico lo acquistasse o magari potremmo ristrutturarlo e affittarlo al Comune. Sono valutazioni che faremo con il sindaco Paolini».

In passato il Comune era stato vicino all’acquisto del palazzo, entrato fra i beni della banca nel 1958, ma poi l’accordo era sfumato per questioni di cassa.
L’amministrazione comunale si orientò ad acquisire, invece, una parte di Palazzo del Capitano, l’edificio in stile liberty in largo Tappia, oggi sede degli assessorati al Commercio e alla Cultura.
«Oppure Palazzo Iacobitti potrebbe affittarlo la Provincia per farne la propria sede territoriale», la butta lì il sindaco Paolini, protagonista nei giorni scorsi di una querelle con il presidente Enrico Di Giuseppantonio al quale ha bocciato l’idea dell’uso dei locali di Palazzo degli Studi, su corso Trento e Trieste.

Dal canto suo, il Comune sembra aver risolto il rebus della sede del comando dei vigili.
«Abbiamo fatto un’offerta alla Provincia per la casa cantoniera in via Del Mare», dice Paolini, «che è stata stimata in 230mila euro. Abbiamo previsto in bilancio l’accensione di un mutuo».
La scelta è caduta sulla casa cantoniera, che oggi ospita la Croce Azzurra, dopo che è tramontata l’ipotesi della sede del Consorzio di bonifica sud.
Pare che l’edificio, messo all’asta dal direttivo uscente tra le polemiche dei dipendenti e degli amministratori locali, non sarà più venduto: la Regione vi riunirà gli uffici di Arssa, Uma e Uta che, sparsi in vari edifici della città, gravano sulle casse dell’ente, per creare un polo di agricoltura e ambiente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA