La gang delle carte d'identità

Rubati i documenti in cassaforte: sospetti sulla criminalità organizzata

VASTO. I ladri tornano in Comune per la terza volta in dieci anni. Era la notte del 14 novembre 2000 quando dalla cassaforte dell'Economato furono portati via 108 milioni di lire, 200 carte d'identità, oggetti in oro e 275 buste. Il 29 marzo 2006 i ladri rubarono anche i timbri e, prima di andare via, lasciarono una dedica. All'alba di ieri ignoti hanno compiuto il terzo raid per le carte d'indentità.

Il municipio di Vasto ancora una volta è finito nei mirino della banda delle carte d'identità. Il raid, stando alle testimonianze di alcuni residenti, è stato fatto fra le 3,30 e le 4 di ieri. Erano infatti passate da poco le 3,30 quanto un'anziana che abita a pochi metri dalla Chiesa della Madonna del Carmine ha sentito dei rumori provenire dalla residenza municipale.  La donna ha pensato di essere stata svegliata dai gatti randagi. Non era così.

La gang - almeno tre persone - è entrata in municipio dopo aver sollevato la serranda e sfondato il vetro della finestra del corridoio del primo piano che si affaccia su via Mascagni. Raggiunta la cassaforte dell'ufficio anagrafe, il gruppo ha preso il forziere e di peso l'ha trasportato all'ingresso.  Probabilmente l'intenzione era quella di portare via l'intera cassa blindata. Il piano è fallito perchè l'ingresso del portone era ostruito da una vettura parcheggiata. A quel punto i ladri hanno aperto la cassaforte con la fiamma ossidrica e una mola, hanno arraffato tutto quello che c'era dentro: 68 carte d'identità e 1.596 euro in contanti, e sono fuggiti. 

A scoprire il furto, dopo circa tre ore, è stato l'uscire. Il dipendente comunale ha dato l'allarme avvisando la polizia ed il sindaco Luciano Lapenna. La polizia scientifica per tutta la mattinata ha compiuto rilievi e verifiche e ascoltato i residenti della zona. L'ufficio Anagrafe è rimasto chiuso al pubblico e il personale è stato mandato fuori stanza. Nessuno di loro ha notato nei giorni scorsi la presenza di persone sospette.  Ascoltato dalla polizia anche il direttore generale, Giacinto Palazzuolo, ma nemmeno il dirigente ha potuto essere di grande aiuto agli investigatori.

Tuttavia, grazie alle nuove tecnologie, la polizia potrebbe riuscire a identificare gli autori del nuovo "colpo" notturno.  Le linee di alcune impronte rilevate accanto al forziere verranno ripulite con il laser e messe a confronto con la banca dati del casellario centrale di identità che si trova a Roma. Il processo di comparazione è laborioso ma efficace. La procedura si basa sul fatto che non esistono due impronte uguali. Il processo di comparazione due anni fa permise alle forze dell'ordine di identitificare e denunciare i presunti autori del furto messo a segno nel 2000, G.C., ed M.S., entrambi di 39 anni, di Napoli.

La polizia è decisa a risolvere il caso anche questa volta.  «Perché», dicono gli investigatori, «contrariamente a quanto si possa pensare, il furto di documenti in bianco è un fatto molto grave. I documenti», affermano gli investigatori, «possono essere utilizzati per compiere molti reati: dal traffico di clandestini al terrorismo».

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