L’inchiesta sullo smaltimento illecito di pattume si è conclusa con 8 arresti e 22 denunce

La Regione ferma la Di Florio

Sospesa l’attività di raccolta e trasporto dei rifiuti

LANCIANO. Traffico illecito di rifiuti: è arrivata la sospensione della Regione all’attività svolta da una delle società coinvolte nell’inchiesta, la Di Florio Srl, con sede operativa a Cerratina di Lanciano, nella zona industriale. Il provvedimento è stato emesso dal Servizio gestione rifiuti della Direzione protezione civile-ambiente e porta la firma del dirigente, Franco Gerardini.

L’istruttoria interrotta.
La decisione di sospendere alla Di Florio srl l’autorizzazione allo svolgimento dell’attività di raccolta e trasporto dei rifiuti, è stata presa d’ufficio dalla Regione e rientra nel procedimento istruttorio per rendere definitiva l’autorizzazione di cui, di sei mesi in sei mesi, viene consentita alla società l’apertura dell’impianto. L’ultima proroga l’azienda l’aveva ottenuta il 30 ottobre 2009. In vista della nuova autorizzazione semestrale, lo scorso 20 gennaio si era tenuta la conferenza dei servizi negli uffici di via Passolanciano della Regione.

Gli arresti.
Ma venti giorni dopo è scattata l’operazione Spiderman che si è conclusa con 8 arresti - 6 erano le ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari - e 22 denunce a piede libero. Tra l’altro nel corso della conferenza dei servizi l’Arta, l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, era intervenuta presentando una relazione con alcune prescrizioni alle quali la Di Florio srl si sarebbe dovuta adeguare.

Le accuse.
Gli indagati nell’operazione Spiderman devono rispondere, a vario titolo, di traffico illecito di rifiuti con le manipolazioni fraudolente dei cosiddetti codici tipologici, falso documentale nei formulari e nei certificati analitici dei rifiuti, falso documentale in atti pubblici e truffa aggravata ai danni delle Regioni Abruzzo e Puglia.

I presunti illeciti.
Secondo gli investigatori gli indagati avevano creato un sistema in grado di ricevere ingenti quantitativi di rifiuti di vario tipo dai produttori. Il pattume anziché essere trattato e smaltito come prevede la legge, veniva poi inviato in impianti di smaltimento finali o di trattamento compiancenti. Per avere la garanzia del successo dell’operazione, il pattume veniva accompagnato da certificati di analisi fasulli e attribuendo ai rifiuti codici diversi da quelli previsti, arrivando appunto anche a frodare l’ecotassa. Il tutto con l’appoggio di alcuni agenti della polizia provinciale istituzionalmente incaricati della regolarità nella gestione dei rifiuti.

Tutti in libertà.
Gli indagati, comunque, si sono dichiarati estranei ai fatti contestati. Qualche settimana tutti gli arrestati sono tornati liberi proprio sulla scorta del provvedimento della Regione che, intimando alla Di Florio srl la sospensione dell’attività svolta, ha anche deciso il fermo della procedura per ottenere le ulteriori autorizzazioni.

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