La vertenza Baomarc al ministero «L’azienda tenga fede agli accordi» 

La multinazionale delle lavorazioni in acciaio e fornitore di Stellantis era subentrata alla Honeywell Manzi (Uilm): ha rilevato lo stabilimento preesistente a un euro ma non ha riassunto tutti i lavoratori

LANCIANO. Si discute oggi a Roma, nella sede del Mimit, il ministero delle Imprese e del made in Italy, il futuro prossimo della Baomarc, azienda di profilati e lavorazioni dell'acciaio che compone la galassia di imprese del colosso cinese dell'acciaio Baowu. L'incontro, alle 15, è stato chiesto dalle organizzazioni sindacali per discutere del rispetto dell'accordo siglato 5 anni fa da Baomarc proprio al Mimit, allora Mise, per un piano di riconversione, reindustrializzazione e riassorbimento di parte delle maestranze della Honeywell del valore di 30 milioni di euro, in cambio della cessione gratuita dello stabilimento dei turbocompressori. Ma all'impegno sottoscritto di ricollocare 162 dipendenti ex Honeywell con contratti a tempo indeterminato e alle stesse condizioni economiche di Honeywell, Baomarc ha riassunto finora solo 70 dipendenti. In questi cinque anni si sono intervallati ritardi gestionali, pandemia da Covid e altri problemi che l'azienda proverà, secondo indiscrezioni, a portare al tavolo del Mimit probabilmente per ridiscutere l'accordo, ma i sindacati sono pronti a dare battaglia.
«Come Uilm, in rappresentanza anche della Uilm nazionale al tavolo del governo», annuncia il segretario Nicola Manzi, «esigeremo il rispetto dell'accordo e di un impegno assunto dinanzi a tutte le parti in causa, dal governo nazionale a quello regionale, sindacati e lavoratori. Lo stabilimento è stato ceduto al prezzo fittizio di un euro, quindi gratuitamente, proprio in forza del piano industriale presentato che non parlava di volumi, ma di riassorbimento dei lavoratori. C'erano altre due aziende pronte ad occuparsi del futuro dei lavoratori e dello stabilimento ex Honeywell (le abruzzesi Imm Hydraulics che produce tubi e sistemi di connessione oleodinamica e la Eldor, multinazionale specializzata in sistemi di accensione, centraline elettriche per veicoli ibridi e elettrici, ndc) ed è stata scelta Baomarc proprio in forza del suo piano industriale e del numero di lavoratori rioccupati».
E a preoccupare le parti sociali è anche il contenzioso ingaggiato da Baomarc al tribunale di Torino con Stellantis per questioni commerciali e, parrebbe, per il riadeguamento dei prezzi della fornitura, visto che Baomarc è al 95% monocliente della fabbrica dei furgoni commerciali leggeri. «Temiamo che la situazione con Stellantis possa deteriorarsi», interviene Primiano Biscotti (Fim-Cisl), «mettendo così a rischio circa 200 lavoratori degli stabilimenti di Lanciano e di Atessa oltre a 162 dipendenti ex Honeywell che attendono da 5 anni una chiamata». Baomarc aveva mostrato i denti anche nei mesi scorsi, interrompendo improvvisamente la fornitura di materiale a Stellantis a pochi giorni dalle ferie natalizie. Lo stabilimento dei furgoni aveva dovuto fermarsi per alcuni turni di lavoro.
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