Le foto pubblicate sui social col braccialetto elettronico Così il bullo sfidava il giudice 

Uno degli accusati, Matteo Mammarella, è stato arrestato per fatti analoghi: violava il divieto di uscire di casa di notte e filmava con orgoglio le scorribande

CHIETI. Diciannove anni da compiere (domani) e una raffica di denunce alle spalle. Matteo Camillo Mammarella, uno degli indagati per le ultime aggressioni che hanno macchiato di sangue la movida di Chieti Scalo e di Fossacesia, si è già reso protagonista di episodi analoghi. Di più: è stato arrestato, finendo addirittura in cella.
Sì, perché – la scorsa estate – è arrivato a filmarsi e a pubblicare tutto sui social network mentre violava l’ordinanza di un giudice del tribunale di Chieti che gli imponeva di restare nel suo paese di residenza, Manoppello, con il divieto di uscire di casa dalle otto di sera alle sette di mattina. Una sfida quasi quotidiana alle forze dell’ordine che lo ha portato in manette.
Secondo l’accusa, erano Mammarella e due suoi complici a decidere chi poteva entrare nei locali simbolo del divertimento e chi andava invece respinto a suon di botte. Per usare le parole del giudice Luca De Ninis, i tre considerano la zona della movida «come territorio in cui esercitare la propria dominanza, stabilendo quali giovani possono accedervi e quali no, e impedendo le loro determinazioni con minacce e violenza fisica, anche armata». L’obbligo di dimora – per i reati di lesioni personali, porto abusivo di armi, minaccia, furto e danneggiamento, con l’aggravante dei futili motivi – è scattato a metà giugno. «Tutti i reati», è riassunto negli atti d’indagine, «risultano connotati da una medesima logica e una comune modalità ideativa ed esecutiva, incentrate su provocazioni di tipo militare, tipiche del bullismo giovanile, che hanno esercitato in orario notturno nei confronti di coetanei loro vittime».
Eppure Mammarella, già qualche giorno dopo, per la precisione il 27 dello stesso mese, è stato controllato a Francavilla al Mare, dove è stato sorpreso con una dose di marijuana. Alle undici di sera dell’11 luglio, invece, i militari non lo hanno trovato a casa: quando è stato raggiunto un’ora e mezza dopo, «ha confermato l’inottemperanza al divieto, addirittura ponendosi con aria di sfida nei confronti dei carabinieri e manifestando alito vinoso». Un’analoga violazione è stata accertata il giorno successivo. Come se non bastasse, Mammarella ha immortalato le sue scorribande lontano da Manoppello «con reiterate pubblicazioni sui social media».
Alla luce di tutto ciò, nella seconda metà dello scorso luglio, il giudice ha aggravato la misura cautelare. E Mammarella ha tenuto a informare il popolo dei social di essere finito agli arresti. Come? Pubblicando un video su Instagram, con il braccialetto elettronico alla caviglia e la scritta «domiciliari», accompagnato da una “faccina” assonnata. Dopo ulteriori violazioni, è stato disposto il carcere.
Mammarella è tornato libero di recente, dopo aver patteggiato un anno e otto mesi di reclusione davanti al tribunale di Chieti. Ma, stando a quanto emerge dalle ultime inchieste, neanche questo è stato sufficiente per mettere fine alle sue imprese notturne. (g.let.)
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