Nati a Lama dei Peligni tre piccoli di camoscio

La zona faunistica fra le più prolifiche d'Italia I nuovi esemplari destinati ai Monti Sibillini

LAMA DEI PELIGNI. Senza allontanarsi troppo dalla madre, tre piccoli camosci appena nati già sgambettano; non sanno che su loro sono riposte le speranze per ripopolare i parchi di fuori Regione.  L'area faunistica di Lama dei Peligni si conferma la più prolifica d'Italia tanto da essere "serbatoio" per quasi tutti gli esemplari utilizzati nell'attività di salvaguardia della specie.

Nell'area ci sono 8 adulti in cattività dai quali, a maggio, nascono da 2 a 4 cuccioli. Nell'intero Parco della Maiella, invece, sono circa 500 i camosci che vivono liberi. «Gli adulti controllati da noi», spiega il veterinario, Simone Angelucci, «sono una garanzia per la conservazione e la tutela del patrimonio genetico che, a causa della forte riduzione degli animali nel secondo dopoguerra, rischiava la consanguineità spinta».  A luglio inizierà il censimento nel Parco. «L'intera popolazione sta bene e in continua crescita», sostiene il biologo Antonio Antonucci, «nel 2008 abbiamo avuto 120 nascite e lo scorso anno 150».  Soddisfatto il sindaco, Antonio Amorosi, che ricorda: «L'area faunistica, nata 20 anni fa per volere dell'amministrazione comunale e del Wwf, è stata anticipatrice del Parco nazionale della Maiella». I tre nuovi nati, una volta adulti, andranno a ripopolare il Parco nazionale dei Monti Sibillini mentre per i prossimi anni, da Lama, partiranno camosci per il Parco regionale Sirente Velino.  «L'augurio», afferma Gianfranco Giuliante, commissario straordinario del Parco della Maiella, «è che anche l'area faunistica del camoscio appenninico di Pacentro, recentemente inaugurata, possa in breve raggiungere i livelli raggiunti dall'area di Lama». (m.d.n.)

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