Niente notti a luci rosse, scagionati i magistrati

Decisione concorde del Gip e della sezione disciplinare del Csm: chiusa dopo un anno l’inchiesta su due magistrati della sezione lavoro del tribunale di Chieti

CHIETI. Tutti prosciolti: i due giudici della sezione lavoro del tribunale di Chieti e il consulente tecnico, Giorgio Murmura. Giudizio concorde della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura e del giudice per le indagini preliminari. Doppia assoluzione, quindi, sia disciplinare che penale. E così l’inchiesta che all’inizio del 2010 ha scosso il tribunale di Chieti (arrivarono anche le dimissioni del presidente dell’ordine degli avvocati Camillo Tatozzi che firmò una nota di sostegno a uno dei due magistrati, riconoscendone la professionalità) si è risolta in un nulla di fatto.

I due giudici, che nel frattempo hanno chiesto e ottenuto il trasferimento, erano accusati di aver favorito nell’affidamento di consulenze tecniche Giorgio Murmura perché insieme avrebbero frequentato un locale notturno della costa. Da qui l’indagine condotta dalla squadra mobile e il successivo esposto disciplinare avviato dal presidente del tribunale di Chieti, Geremia Spiniello.

A distanza di poco più di un anno, la vicenda può considerarsi chiusa. La sentenza del Consiglio superiore della magistratura ha accolto le tesi dei giudici e del consulente teatino. Tanto per cominciare, «sulla base dei certificati di cancelleria emerge che gli incarichi assegnati a Murmura non sono superiori a quelli di altri consulenti, e che comunque la percentuale degli incarichi al medico legale appare ragionevole se si tiene conto che si tratta di uno dei medici più qualificati in Abruzzo ».

Il Csm aggiunge: «Contrariamente a quanto scritto nel capo d’incolpazione, Giorgio Murmura, qualificato come medico dentista, in realtà è laureato in medicina e chirurgia generale ed anche specialista in medicina legale e delle assicurazioni ». E ancora: «Tutto si può dire tranne che sia stato favorito ». Ma le motivazioni del Csm vanno oltre e smentiscono quanto sostenuto dalla squadra mobile della questura di Chieti: «L’esercizio della prostituzione nel locale notturno non ha trovato riscontro». E non basta, perché «costituisce mera illazione l’informativa secondo cui i due giudici farebbero parte di una tipica comitiva, insieme a Murmura, che frequentava il locale notturno».

Solo Giorgio Murmura ha commentato l’epilogo dell’inchiesta: «Per me rappresenta la fine di un incubo. Finalmente è stata resa giustizia alla dignità della mia persona e al mio lavoro che ho sempre cercato di svolgere al meglio e con il massimo equilibrio. Meno male che da qualche parte esiste la giustizia e che le false accuse possono essere sconfessate ». Quanto all’inchiesta penale, è stato lo stesso pubblico ministero a chiedere il proscioglimento.

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