Pestato a sangue in pieno centro: in due finiscono sotto processo 

Sono accusati di aver aggredito un 55enne dopo il tentativo di rubargli i soldi contenuti nel borsello La vittima: «Evitato un epilogo più grave grazie all’intervento di un cliente del locale e della polizia» 

CHIETI. Lo hanno picchiato a sangue nel cuore del centro storico, davanti ai locali della movida di Porta Pescara, dopo un tentativo di rubargli i soldi che aveva nel borsello. I teatini Silvio Conte, 33 anni, e Stefano Ronci Di Virgilio, 28 anni, sono finiti sotto processo con l’accusa di concorso in tentata rapina e lesioni personali aggravate. La vittima è un uomo di 55 anni, M.I., anche lui residente in città, assistito dall’avvocato Mario Del Monaco. Il giudice Luca De Ninis ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal sostituto procuratore Marika Ponziani: la prima udienza, davanti al tribunale di Chieti, è stata fissata al prossimo 23 settembre.
L’episodio risale al 22 agosto del 2019. Secondo l’accusa i due imputati, «in concorso tra loro e con altre persone non identificate, immediatamente dopo il tentativo posto materialmente in essere da Conte di sottrarre denaro o comunque altri beni custoditi all’interno di un borsello di proprietà e portato a tracolla da M.I.», per garantirsi l’impunità lo hanno aggredito spintonandolo e colpendolo con calci e pugni. Una grave escalation di violenza, avvenuta intorno alle due di notte davanti a uno dei locali più frequentati della città e sfociata in un «pestaggio selvaggio»: la vittima è finita a terra ed è stata costretta a farsi medicare all’ospedale Santissima Annunziata. L’uomo ha riportato un trauma cranio-facciale e un trauma toracico giudicati guaribili in trenta giorni. «Solo l’immediata opera di aiuto di un cliente del locale e il pronto intervento di una pattuglia della Polizia di Stato», spiega l’avvocato Del Monaco, «hanno scongiurato un ulteriore e ben più grave epilogo della vicenda, tanto che, alla vista degli agenti, gli aggressori si sono dati subito alla fuga». Le indagini della prima sezione della squadra mobile di Chieti, coordinate dal pm Ponziani, hanno consentito di identificare almeno due dei violenti. «Il mio cliente», aggiunge l’avvocato Del Monaco, «è stato duramente provato da questa triste esperienza».
I due imputati, difesi dagli avvocati Marco Femminella e Maurizio Mililli, negano le accuse.
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