zona industriale tra crisi e lavoro 

Pilkington e Denso restano chiuse 

Impianti fermi fino al 13 aprile. Ditte al lavoro per fare le mascherine

SAN SALVO. Impianti spenti alla Pilkington e nelle fabbriche satellite Primo e Bravo fino al 13 aprile. Così come previsto dal decreto firmato dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, il colosso del vetro ha prolungato la cassa integrazione di altre due settimane. E anche l’indotto si adegua. «Resteranno in funzione», ha fatto sapere la fabbrica, «le sole attività relative ai forni float consentite dalle norme vigenti e i servizi ausiliari indispensabili per la sicurezza e la sorveglianza degli impianti». Anche i cancelli della Denso resteranno chiusi fino al 13 aprile.
A San Salvo sono aperte, invece, la Tcm e la NS bandiere che produrranno mascherine. Hanno fatto proprio il motto di Cicerone, “Nihil difficile amanti punto” (Nulla è difficile per chi ama), Gabriele e Pierino Tumini, titolari del gruppo industriale Icam-Tmc (oltre 110 dipendenti fra dipendenti diretti e indotto): i lavoratori saranno in cassa integrazione fino alla fine di aprile. Nel frattempo Gabriele Tumini, presidente di Assoenergia, è impegnato a raccogliere fondi che saranno versati sul conto corrente aperto dalla Pilkington per la realizzazione del terzo reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Pio.
Ferme anche le aziende della zona industriale della Val Sinello, fatta eccezione per la Unos di Gissi (ex Golden Lady) che ha riconvertito gli impianti per produrre mascherine. Anche la Granito Forte di Fresagrandinaria ha deciso per la sospensione straordinaria delle attività produttive nei propri siti fino al 20 aprile facendo ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali, compresa la cassa integrazione. La decisione è stata presa per le difficoltà nel reperimento dei materiali sull’intero territorio nazionale e le problematiche relative al trasporto delle merci. La fermata produttiva è stata presa in accordo con le rsu. (p.c.)