Pistola in faccia al barista

Minaccia con una Magnum 357: agricoltore arrestato.

FOSSACESIA. Gliel’ha puntata alla testa più volte, la Magnum 357 con cinque colpi in canna. Il «cane» era anche alzato: una piccola sollecitazione e sarebbe stata la tragedia con l’esplosione prodotta da una delle armi più pericolose in assoluto.
L’aggressione. Era ubriaco l’altra notte, Nicolino Nicolucci, 35 anni, agricoltore di Fossacesia, quando è entrato nel bar del Corso, in pieno centro cittadino. Erano circa le 3. Il gestore dell’esercizio, A.M., 43 anni, anche lui di Fossacesia, aveva allora ultimato le pulizia del locale. Nicolucci, con l’arma nascosta nel giubbotto, gli ha chiesto di bere. All’ennesimo rifiuto del barista - anche perché da un’ora era scattato il divieto di vendita degli alcolici - Nicolucci si è spostato dietro al bancone e ha estratto la pistola.

L’arma.
Del tipo a tamburo, è stata puntata più volte alla testa del barista. Poi è nata una colluttazione tra i due. Quando il barista si è staccato dall’aggressore, è riuscito a impugnare il telefonino e a chiedere l’intervento del 113. In pochi minuti una volante del commissariato di Lanciano ha raggiunto il locale. I poliziotti sono entrati nel bar quando i due avevano ripreso a litigare. Per almeno dieci minuti il barista ha dato dimostrazione di sangue freddo. Nessun cliente nel frattempo era entrato.

La resa.
Non è stato semplice per gli agenti disarmare Nicolucci. Quando l’agricoltore ha desistito, si è accasciato su una sedia, stremato dall’alcol. A quel punto i poliziotti lo hanno ammanettato e trasferito nella sede del commissariato. L’agricoltore deve rispondere di minacce aggravate a mano armata, porto abusivo di arma in luogo pubblico e ricettazione. Dalle indagini è venuto fuori che la Magnum 357 non era di Nicolucci, ma di un operaio di Francavilla, M.D.V., 50 anni. La pistola era regolarmente detenuta, ma l’uomo è stato denunciato per omessa custodia: non si era accorto che la pistola non l’avesse più nel ripostiglio, forse perché non ci aveva più pensato. E qualcuno probabilmente gliel’aveva rubata.

Il delitto sfiorato.
«Il pronto intervento della squadra volante ha scongiurato la possibilità che potesse verificarsi un delitto», ha sostenuto il dirigente del commissariato, Claudio Di Paola. «Difatti la pistola aveva il cane alzato e sarebbe bastata una minima sollecitazione perché il colpo partisse. Quell’arma è una delle più pericolose in assoluto». Sul caso della Magnum 357 Di Paola ha aggiunto: «Resta comunque grave che una persona venga in possesso di un’arma di quella tipologia. Segno evidente che deve avere delle frequientazioni con ambienti delinquenziali».

L’interrogatorio.
Quello di Nicolucci, definito di garanzia, è atteso tra oggi e domani in carcere da parte del giudice per le indagini preliminari, Massimo Canosa. Il gestore del bar è rappresentato dall’avvocato Alfonso Ucci, di Lanciano.