Pochi medici, chiude Geriatria: ora è scontro tra Asl e ateneo 

Il provvedimento di Schael, dg dell’azienda sanitaria, riguarda un reparto a direzione universitaria Il rettore: «Non ne sapevamo nulla, la decisione andava discussa: provo sconcerto e preoccupazione»

CHIETI. Per sopperire alla mancanza di personale nel Pronto soccorso, la Asl chiude il reparto di Geriatria. E in ospedale la decisione ha l’effetto di un piccolo terremoto, soprattutto in considerazione del fatto che nessuno ne sapeva nulla e che Geriatria, uno dei reparti chiave del Santissima Annunziata, va incontro a un periodo di grande domanda di ricoveri, sia in considerazione della ripresa Covid, che porta in ospedale proprio i più anziani, sia per i problemi acuiti dalle alte temperature di questi giorni in chi è più in là con l’età. E invece ricoveri sospesi. Almeno fino al 30 luglio.
RISCHIO BARELLE
Il provvedimento, firmato dal direttore Asl Thomas Schael martedì scorso, diventerà operativo martedì prossimo. Prevede che i ricoveri vengano sospesi e i pazienti che non possono essere dimessi trasferiti negli altri due reparti di Medicina. L’ospedale perde così 23 posti letto, nel momento in cui ne avrebbe avuto maggior bisogno. Una decisione di cui non sapeva nulla neanche il primario di Geriatria, Maria Adele Giamberardino, ordinario di Medicina interna alla d’Annunzio. «Sono sconcertata», dice, «e ritengo questa decisione molto grave. Con la chiusura della Clinica geriatrica viene meno una risorsa cruciale ai ricoveri in area medica in un momento di altissima criticità sotto questo aspetto. La Clinica geriatrica, con tutto il suo staff medico, infermieristico e ausiliario, che ringrazio per la professionalità e profonda dedizione, garantisce assistenza alla popolazione dei pazienti anziani, i più fragili, che rappresentano una percentuale altamente significativa dei ricoveri ospedalieri. Questa percentuale sta ulteriormente aumentando proprio in questo periodo con l’anomala ondata di caldo che li espone maggiormente a rischio disidratazione e scompenso di patologie preesistenti. Pazienti che dal 28 giugno non avranno più una collocazione dedicata nel nostro policlinico, con annesso rischio di ritorno alle barelle nei corridoi”.
21% DI RICOVERI IN PIù
Poi ci sono le nuove varianti Omicron: il picco è previsto proprio nelle prossime settimane. La professoressa Giamberardino ha già riscontrato un aumento dei ricoveri in area medica del 21%. «La Clinica geriatrica», sottolinea, «è stata in questi anni in prima linea nell’emergenza Covid, garantendo per molti mesi consecutivi l’assistenza ai pazienti infetti, nei periodi di picco della pandemia. Con questo provvedimento viene di fatto annullata ogni sua possibilità di eventuale contributo alle problematiche Covid nell’area medica nell’immediato futuro».
CONTRACCOLPO IN ATENEO
La chiusura del reparto, oltre che rappresentare un danno per i pazienti, compromette anche l’attività universitaria. La Clinica geriatrica è un reparto universitario, utilizzato dai tanti giovani dei corsi di studio medici dell’università d’Annunzio, che già hanno subito disagi e rallentamenti nella loro formazione a causa dell’emergenza Covid. La sospensione del reparto comporta di fatto anche l’interruzione di tutte le attività formative, con un alto rischio per il mantenimento degli standard minimi ministeriali richiesti per le scuole di specializzazione della d’Annunzio. Il rettore Sergio Caputi non nega «preoccupazione e sconcerto». Preoccupazione per la formazione degli studenti dei corsi di medicina e scienze infermieristiche e «sconcerto a causa del fatto che non siamo stati avvisati di questa sostanziale modifica che riguarda un reparto a direzione universitaria. Esiste una commissione paritetica in cui si sarebbe dovuto portare in discussione la decisione».