A centinaia in piazza Diomede all’iniziativa contro i prelievi di sabbia davanti a Punta Aderci

Protesta sotto l’ombrellone

Colorita e affollata manifestazione dei «no cava».

VASTO. Striscioni colorati, slogan e centinaia a lungo in fila per sottoscrivere la petizione. Il «no cava day» è andato in scena ieri mattina. Una variopinta scenografia tipicamente estiva, formata da sdraio, ombrelloni, pinne, mascherine e occhiali ha fatto da sfondo alla iniziativa promossa da Arci, Cai, Wwf, Legambiente, Porta Nuova e Amici di Punta Aderci.
La manifestazione in piazza, organizzata dalle associazioni cittadine per esprimere contrarietà alla estrazione di sabbia a largo di Punta Penna, nella riserva naturale di Punta Aderci, ha registrato una larga partecipazione popolare. La protesta, colorata e pacifica, ha raccolto anche l’adesione di Rifondazione comunista e di Sinistra, ecologia e libertà.

Alle 11 piazza Diomede era già piena di gente. Tanti vastesi, abituali frequentatori della spiaggetta di Punta Penna, ma anche persone arrivate da San Salvo, Casalbordino e altri centri vicini, che con la loro presenza hanno voluto testimoniare il dissenso contro il progetto da 21 milioni di euro della Regione per il ripascimento dei litorali abruzzesi alle prese con l’erosione marina. Tra gli slogan più gettonati “Non ve la caverete” e “Vasto dice no alla cava di Punta Aderci”. Sui tazebao campeggiavano le ragioni del no.

Secondo le associazioni l’apertura della cava «comporta rischi per l’integrità dell’ultima spiaggia abruzzese e ne pregiudicherebbe per mesi, se non per anni la fruibilità balneare e naturalistica». Forti timori sono stati espressi anche su alcuni aspetti del progetto che prevede una “concessione pluriennale” per prelevare inizialmente 200mila metri cubi di sabbia ed eventualmente arrivare fino a due milioni.

In poco meno di due ore sono state raccolte oltre 700 firme che vanno ad aggiungersi agli oltre 4mila contatti registrati su Facebook e alle centinaia di email di dissenso recapitate in questi giorni al presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi (Pdl). «È un progetto che parte da lontano e che è già molto avanti», ha esordito Lino Salvatorelli, presidente dell’Arci, ricordando che i prelievi di sabbia inizieranno il 10 febbraio, «è uno dei pochi casi in cui i soldi sono pronti per essere spesi», ha aggiunto, «ma a Vasto quella cava non la vuole nessuno visto che il consiglio comunale ha votato contro all’unanimità.

E’ contrario anche il Comune di Casalbordino, uno dei centri interessanti al ripascimento. Bisogna rispettare la volontà del territorio», ha concluso Salvatorelli, precisando che la mobilitazione contro il prelievo di sabbia continuerà nei prossimi giorni e chi vuole può sottoscrivere la petizione nei bar e altri punti di aggregazione.