<strong>Impianto in via Custoza</strong>. Sindaco non ancora convocato alla conferenza di servizi di domani

Rifiuti allo scalo, no di Ricci

«Il piano urbanistico comunque non lo consente»

ilcentro Extra - Il giornale in edicola
CHIETI. «Le osservazioni del consigliere regionale Acerbo sono giuste e nella conferenza dei servizi ci diremo contrari al progetto di autodemolizione e stoccaggio di rifiuti in via Custoza». La «bomba ecologica» di cui parla Rifondazione non piace neanche al sindaco Ricci.

Non si fa attendere l’altolà del primo cittadino della città interessata all’impianto, che dovrebbe lavorare 114.210 di rifiuti pericolosi a pochi metri da case, ospedale e Villaggio Mediterraneo. Il sindaco è stato informato della proposta della Siderferroplast di Luciano Bellia, sabato scorso, dopo che il consigliere regionale di Rifondazione, Maurizio Acerbo, aveva reso pubblica la proposta che sarà discussa domani in Regione. «Ma quello che è assurdo», dice Francesco Ricci, «è che di questo progetto e della conferenza dei servizi dell’8 settembre non ne sapeva niente nessuno. Né il sindaco, né il dirigente di settore né i tecnici».

La convocazione della Regione della conferenza di servizi, fino a ieri, non era stata ancora notificata al sindaco di Chieti, figura-chiave al tavolo di lavoro intorno al quale dovranno riunirsi anche altri rappresentanti di enti locali. «Probabilmente l’invito e la relativa documentazione arriveranno domani (oggi ndr)», ha detto ieri Ricci, «e io in meno di una giornata dovrei leggere le carte e decidere su una iniziativa di questa delicatezza. Peraltro se l’invito non dovesse giungere in tempo», continua il sindaco, «la conferenza di servizi si svolgerà ugualmente. I presenti potranno dare il loro assenso al progetto e il Comune di Chieti per comunicare la sua contrarietà dovrà farlo dopo».

A parte la scarsa attenzione della Regione alla forma, che in questo caso può dirsi a tutti gli effetti sostanziale, la proposta risulterebbe non fattibile. Il consigliere regionale di Rifondazione ha sottolineato che l’impianto di trattamento dei rifiuti dovrebbe nascere su un’area già ecologicamente compromessa, dove recentemente si sono sviluppati tre incendi che hanno distrutto impianti di rifiuti con conseguenze gravissime per l’ambiente e per le abitazioni vicine.

Nel progetto si prevede inoltre il trattamento di 161 tipologie di rifiuti, tra queste amianto, oli e plastica contenente i Pcb “i pericolosissimi policloro bibenili”. «Ci manca solo l’uranio», aggiunge il sindaco, «comunque il progetto non è fattibile anche secondo il piano urbanistico. Recentemente in consiglio è stata approvata una variante al piano servizi che vieta la nascita in quella zona di nuovi insediamenti produttivi a 300 metri dal fiume. Il nostro no sarà chiaro».