Rosello dona l’albero di Natale al Vaticano 

Nel 2022 sarà abruzzese l’abete che svetterà in piazza San Pietro, il sindaco: uno spot per l’ambiente

ROSELLO. La conferma è arrivata lo scorso 8 luglio dalla Segreteria di Stato vaticana: l’abete che a Natale del 2022 svetterà in piazza San Pietro sarà donato dal Comune di Rosello. «La prego voler contattare per gli opportuni accordi la segreteria generale del Governatorato della Città del Vaticano», scrive il sostituto Parra al sindaco di Rosello Alessio Monaco. «È un privilegio per le comunità di Rosello e Giuliopoli e per l’Abruzzo intero», afferma Monaco, «sarà un modo per porre la giusta attenzione a quelle che sono le potenzialità turistiche e ambientali del nostro territorio. Contiamo di coinvolgere, in diverse iniziative, le comunità civili e religiose, gli amministratori provinciali e regionali e i tanti abruzzesi nel mondo: per la prima volta l’Abruzzo dona un abete per Natale in piazza San Pietro».
Negli ultimi anni gli abeti donati al Vaticano, per le festività di Natale, erano originari del Trentino, Austria, Polonia, Pescopennataro (Molise). Saranno i giardinieri vaticani ad individuare in collaborazione con il Comune e i carabinieri forestali l’abete da prelevare. «Per noi è un onore e sarà un’immagine positiva che servirà per farci conoscere nel mondo. L’abete non sarà preso nella riserva ma fuori dall’area protetta in un posto accessibile ai mezzi», afferma Mario Pellegrini, direttore della riserva. Nel 1992 fu istituita a Rosello un’Oasi di protezione che, nel 1997, diventò riserva naturale regionale Abetina di Rosello con una estensione di 211 ettari, più 1.010 di zona protezione esterna. Tra le strutture presenti, ci sono anche un museo dell’abete, Cea delle Abetine, foresteria, aree pic nic, campeggio, percorsi escursionistici. Nella riserva sono stati elencati ben 14 diversi habitat di interesse comunitario, di cui 5 prioritari. Sin dalla sua istituzione l’Abetina ha rappresentato un laboratorio all’aperto con numerose ricerche tuttora in corso da parte di diverse università e istituti di ricerca. Nel complesso la riserva tutela un bosco vetusto tra i più integri dell’intero Appennino: in una perizia del 1800 venivano descritti numerosi abeti di grandi dimensioni di oltre 200 anni. Attualmente, la struttura forestale non è cambiata: sono presenti circa sette abeti monumentali (minimo 3,50 metri di circonferenza) ad ettaro. Diversi sono gli abeti che raggiungono i 50 metri di altezza; il principale, di 54 metri, è l’albero spontaneo più alto d’Italia.