Sevel, operai ai seggi: quattrocentro furgoni in meno

La Fiat stima in quattrocento furgoni la perdita produttiva a causa delle giornate di assenza dei lavoratori che hanno prestato servizio ai seggi elettorali. La Fiom proclama lo sciopero

ATESSA. Una perdita produttiva di 400 furgoni. Così Fiat stima i danni subiti dalla Sevel a causa delle giornate di assenza dei lavoratori che hanno prestato servizio ai seggi elettorali. «Abbiamo avuto ben 604 assenti per motivi elettorali, sono numeri da organico di una media azienda, ancora più eclatanti se si pensa che si è trattato soprattutto di rappresentanti di lista, ben 579 sul totale» fa sapere Franco Sodano, responsabile relazioni Fiat. Il gruppo auto tiene a rimarcare che la Sevel ha sopportato le assenze maggiori.

Secondo una stima di Confindustria Chieti su un gruppo di dieci associate sono stati nominati circa 900 rappresentanti di lista a fronte di 32 presidenti e scrutatori. Gli imprenditori sostengono che partiti e politici non dovrebbero creare disagi al sistema produttivo. «I dati di Sevel sono fra i più alti in assoluto anche in raffronto ad altre parti d'Italia, dove il fenomeno dell'assenteismo elettorale è assai più contenuto», spiega Sodano, «il danno è stato rilevante anche perché diffuso a macchia di leopardo nello stabilimento, generando così problemi di organizzazione del lavoro. Tutto questo», rileva, «è avvenuto in un momento in cui l'azienda sta vivendo un momento favorevole e sta ricorrendo anche agli straordinari. Qualcosa nel meccanismo di nomina dei rappresentanti di lista va rivisto», conclude Sodano.

Intanto la Fiom Cgil Chieti proclama lo sciopero per gli straordinari (8 ore) di domani poiché «dopo più di un mese la Sevel non ha dato seguito alla convocazione di un incontro finalizzato alla costruzione di un nuovo accordo sindacale che superi gli accordi-vergogna sottoscritti il 14 aprile a Torino». Per Fiom il nuovo accordo sindacale dovrà essere condiviso da tutti. Il sindacato chiederà di nuovo la convocazione dell'assemblea retribuita dei lavoratori «con la speranza di poter analizzare con i lavoratori l'attuale situazione».