Uccise il nonno, perizia sul 15enne 

Uno psichiatra dovrà accertare se il ragazzino fosse capace di intendere e di volere al momento dell’aggressione in casa

CHIETI. Un perito dovrà accertare se il 15enne di Bucchianico che ha ucciso di botte il nonno Guido Rodolfo Sulpizio fosse capace di intendere e di volere al momento dell’aggressione in casa dello scorso 8 luglio. L’incarico è stato affidato, ieri mattina, dal tribunale per i minorenni dell’Aquila alla psichiatra Simona Ceccoli. A chiedere e ottenere il processo con il rito abbreviato è stato il difensore dell’imputato, l’avvocato Roberto Di Loreto.
Il ragazzino – che aggredì l’anziano di 78 anni a colpi di sedie e aspirapolvere e che immortalò l’horror in un filmato scivolato subito sui social – ha assistito all’udienza, prima di tornare nell’istituto penitenziario per minorenni Casal del Marmo di Roma: è accusato di omicidio volontario, aggravato dal rapporto di parentela e da una motivazione di fatto inesistente, annacquata dalla condizione psichiatrica del ragazzo.
Futili motivi, recita la contestazione vergata dal sostituto procuratore Lorenzo Maria Destro, che ha coordinato le indagini dei carabinieri della stazione di Bucchianico. Roba da ergastolo, normalmente. Ma qui c’è un 15enne andato fuori giri, fatto deragliare da una parentesi sbilenca della sua vita che un giorno d’estate lo ha reso assassino. Omicida ma non colpevole agli occhi della legge, se una perizia ne accerterà la non punibilità perché non in grado di intendere e di volere. Responsabile sì di avere strappato la vita al nonno, ma in realtà disperatamente bisognoso d’aiuto e di essere recuperato, come Costituzione vuole e impone. Per raccogliere, seppur tardivamente, il grido d’aiuto di una famiglia che aveva già lanciato vari sos ascoltati dalle istituzioni in modalità rallenty.
L’avvocato Di Loreto ha nominato come consulente di parte il medico Giorgio Murmura. La psichiatra indicata dal tribunale dovrà depositare la perizia entro il 2 marzo, mentre quattro giorni dopo si tornerà in aula. Poi, la sentenza. (g.let.)
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