Uilm Chieti-Pescara, Manzi resta alla guida 

Atessa. Il segretario dei metalmeccanici: in Val di Sangro l’indotto Sevel ha perso 1.500 posti di lavoro

ATESSA. Un settore flagellato dalla crisi dei microchip e della componentistica, dagli effetti della pandemia e della guerra in Ucraina, ma capace ancora di regalare belle notizie e nuove sfide. Così, martedì scorso, nel terzo congresso della Uilm Chieti-Pescara, hanno raccontato il territorio e il settore automotive il neo rieletto segretario generale della Uilm Chieti-Pescara, Nicola Manzi, e il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, intervenuto come ospite. Al meeting per il rinnovo del gruppo dirigente Uilm erano presenti oltre 250 delegati, il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, Michele Lombardo, segretario generale della Uil Abruzzo e Roberto Campo, Aquilino Mancini e Nicola Di Matteo, rispettivamente ex segretari di Uilm, Fim e Fiom Abruzzo. Nella segreteria del sindacato metalmeccanico interprovinciale della Uilm sono stati eletti anche Achille Di Sciullo e Riccardo Nunziato, mentre fanno parte dell’esecutivo Uilm Chieti-Pescara Giancarlo Carlucci, Francesco Flaminio, Giovanni Celio, Felice De Meo, Roberto Rossi e Domenico Serafini.
«Stiamo perdendo posti di lavoro», ha detto Manzi nel corso della sua relazione, «basti guardare alla Sevel, che nel 2022 ha ordinativi con numeri da record produttivo per oltre 300mila veicoli, ma non riesce a lavorare per mancanza di componentistica. In Sevel non c’è stato il tanto sperato ricambio generazionale, l’uscita dei lavoratori in pensione non è stata seguita da nuove assunzioni, pertanto il più grande stabilimento d’Abruzzo, che solo qualche anno fa dava lavoro a oltre 6.500 dipendenti diretti, oggi impiega circa 5.300 addetti a cui si aggiungono 300 lavoratori in somministrazione».
E pesanti conseguenze le patisce l'indotto che si era preparato a lavorare sui 18 turni Sevel per seguirne i ritmi produttivi e i record annunciati e si è ritrovato a dover arrancare dietro le fermate di Sevel. Secondo i calcoli della Uilm si è creata una voragine economica e occupazionale di 1.500 addetti solo in Val di Sangro. Ma ci sono anche esempi positivi. È il caso di Honda Italia. «Gli accordi sindacali, la progettualità, il lavoro», ha raccontato Manzi, «hanno fatto in modo che, dopo 12 anni, da questo mese, circa 150 persone verranno assunte, una parte con contratti a tempo indeterminato Honda e un’altra parte in staff leasing dalle agenzie. Altra nota di rilievo», ha concluso il segretario Uilm, «la San Marco Industrial: dopo aver rischiato nel settembre del 2020 la chiusura, adesso, grazie ad un’importante commessa con la Abb e Mobility Spa per la produzione di colonnine per la ricarica delle batterie delle auto elettriche, ha interrotto una lunga procedura di mobilità e la cassa integrazione straordinaria, riprendendo la normale attività con tutti i 90 dipendenti». (d.d.l.)
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