Un ordigno nel palazzo della pm Vecchi

Il procuratore Menditto: ogni ipotesi è al vaglio. Rilievi della scientifica in viale Cappuccini

LANCIANO. Uno scoppio, un forte botto ha riecheggiato la notte scorsa nell'androne del condominio in viale Cappuccini dove da qualche mese abita la sostituto procuratore di Lanciano, Rosaria Vecchi, che in quel momento non era in casa.

Un rudimentale petardo, forse contenuto in una bottiglietta. Un fuoco pirotecnico particolarmente grande o qualcosa di più ha fatto sobbalzare dal letto, all'1.30 della notte, i condomini e ha lasciato sul pavimento dell'androne un alone nero di circa un metro di diametro. La piccola esplosione ha anche annerito il muretto del palazzo ma non ha infranto i vetri del portone. Il botto e il segno della polvere da sparo lasciato a terra non sono però passati inosservati, e gli inquilini, ieri mattina, hanno deciso di chiamare polizia e carabinieri per chiarire cosa fosse accaduto. Assieme alle forze dell'ordine sono arrivati il procuratore capo Francesco Menditto e il sostituto procuratore Ruggiero Dicuonzo per i primi accertamenti.

Non solo, poco dopo si sono messi al lavoro anche gli agenti della polizia scientifica di Ancona per effettuare i rilievi, raccogliere la polvere residua e identificare il tipo di petardo o l'ordigno utilizzato, ma anche per analizzare l'alone che si trova proprio davanti al portone dell'edificio dove risiede la magistrato e non dinanzi all'altro portone che dista pochi metri.

Particolare questo che solleva alcune domande: è stato un atto intimidatorio o un episodio di ordinario vandalismo? Domande alle quali il procuratore Menditto ha risposto nel corso di una conferenza improvvisata, voluta per dare il giusto peso all'accaduto: evitare di creare allarmismi, ma senza liquidare l'episodio con un semplice «non è successo niente».

«Abbiamo aperto un fascicolo contro ignoti per danneggiamento» ha spiegato Menditto «e stiamo valutando tutte le ipotesi, come è giusto che sia. Vogliamo esplorare qualunque strada, perché questo ufficio non tralascia nulla. Al momento non ci sono elementi per ritenere che quanto avvenuto possa essere messo in relazione con il fatto che questo è il palazzo dove risiede la collega Rosaria Vecchi, in ferie dal 30 dicembre, anche se nutriamo preoccupazione sul caso perché il botto si è verificato all'1.30 del 3 gennaio, non la notte di Capodanno».

In pratica si scarta l'ipotesi di un gesto legato ai festeggiamenti per il nuovo anno e si rafforzano, al tempo stesso, le altre due ipotesi tesi: atto intimidatorio o vandalico.

«Siamo tranquilli anche perché sono in corso le indagini della polizia giudiziaria, del commissariato e della scientifica» ha proseguito Menditto «stiamo cercando di capire cosa sia successo, ed eventualmente se possa trattarsi di una ritorsione nei confronti di altri residenti, non un atto intimidatorio collegato alle indagini del pm Vecchi».

Sono diverse e importanti le inchieste affidate alla dottoressa Vecchi. In primis i fascicoli collegati a fatti di usura: ultima della serie l'operazione Cipollaro, ancora in corso, con due arresti e 15 denunce per tassi usurari che hanno fruttato affari per 350mila euro. Molte anche le operazioni antidroga assegnate alla pm. C'è infatti la sua firma sulle indagini per lo spaccio di cocaina nella pizzeria Bella Napoli, esercizio poi dato alle fiamme che portò a cinque arresti e a 11 denunce. Ci sono poi alcuni casi di violenza.

«Non creiamo allarmismi» dice Menditto mentre in città la notizia dell'esplosione rimbalzava da un palazzo a un altro «non ci sono elementi univoci per sapere di che natura sia stata l'esplosione. Che lo ripeto: non ha causato alcun danno né avrebbe potuto considerata la 2consistenza del botto. Siamo sereni».

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