Usura ed estorsione, presi tre fratelli

Arrestati Fedele, Vincenzo e Carmine Spinelli. Tassi del 20% al mese

ORTONA. Usura ed estorsione. Con queste accuse sono finiti in manette tre fratelli di Ortona: si tratta di Fedele, Vincenzo e Carmine Spinelli, di 52, 64 e 50 anni. Con loro sono indagate per il reato di truffa undici persone residenti in diverse paesi della provincia teatina.  Le tre ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state eseguite dai carabinieri della compagnia di Ortona, i militari hanno inoltre fatto diverse perquisizioni domiciliari nei confronti degli indagati.

Estorsione e minacce Secondo quanto ricostruito dalle indagini dei carabinieri i fratelli Spinelli prestavano soldi per poi chiedere un tasso di interesse calcolato sul 20 per cento mensile della somma prestata. In molti casi il «cliente» non riusciva a far fronte ai pagamenti e allora scattavano le pressioni e le minacce estese anche ai famigliari delle persone vessate.  L'ordine di custodia cautelare è stata emesso dal gip di Chieti Marina Valente mentre l'inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore della repubblica di Chieti, Lucia Anna Campo.

Le indagini sono state illustrate ieri mattina durante una conferenza stampa tenuta dal comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Giuseppe Cavallari, e dal comandante della compagnia di Ortona, il capitano Gianfilippo Manconi. Entrambi hannno ricordato che i controlli anti usura fanno riferimento alle direttive del prefetto, Vincenzo Greco. La paura delle vittime Sono stati i carabinieri durante un particolare lavoro di ascolto iniziato a luglio del 2009 a raccogliere informazioni utili da diverse persone che avevano ricevuto prestiti dai fratelli Spinelli.

Le vittime non riuscivano a pagare oltre alle somme da restituire gli interessi del 20 per cento al mese. Somme come ha spiegato il capitano Manconi, che in media oscillavano da poche centinaia ad alcune migliaia di euro.  In particolare per ottenere la restituzione dei soldi gli Spinelli e alcuni indagati si sarebbero resi protagonisti di minacce nei confronti delle vittime e dei loro familiari.  Il colonnello Cavallari ha ricordato che le indagini sono ancora in corso e riguardano le altre persone indagate che avrebbero avuto a vario titolo il compito di procurare i clienti, richiedere le somme di denaro e mettere a segno anche le truffe.

Truffe alle assicurazioni Un aspetto della vicenda riguarda la truffa messa a segno ai danni di alcune compagnia assicurative.  Le persone che non erano in grado di restituire le somme, in alcuni casi sono state costrette a commettere truffe ai danni di compagnie assicurative, denunciavando falsi incidenti stradali, con la simulazione di danni sia alle cose che alle persone e ciò per poter riscuotere il premio assicurativo che serviva, poi, per restituire il prestito. Le indagini hanno svelato che dal 2001 i fratelli Spinelli avevano messo in atto i loro propositi illeciti, anche se l'attenzione degli inquirenti si è soffermata sugli anni che vanno dal 2007 al 2009.

Il raggio di azione dei Vincenzo, Carmine e Fedele Spinelli era ampio tanto da svilupparsi nelle provincie di Chieti, Pescara e Teramo. Risalire all'intreccio non è stato facile e come hanno spiegato ieri il colonnello Cavallari e il capitano Manconi, sono stati i carabinieri a raccogliere le testimonianze di persone che erano in condizione di forte sudditanza psicologica e che non erano disposte a denunciare in prima persona chi erano gli usurai e come venivano attuate le minacce e le truffe ai danni delle compagnie di assicurazione.

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