Violenza e sfruttamento, 14 anni

Ragazze ortonesi ricattate per sei mesi. Due uomini condannati

CHIETI. Quattordici anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione. E' la condanna complessiva che è stata inflitta, ieri mattina, dal tribunale di Chieti, in seduta collegiale, a Mauro D' Angelo, di 37, residente ad Ortona (8 anni di carcere per violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione), e Stefano D'Armi, 44 anni, residente a Civitella Casanova, in provincia di Pescara, (sei anni e mezzo solo per violenza sessuale). 

I due sono stato arrestati lo scorso 29 luglio, circa un anno fa dai carabinieri della compagnia di Ortona, su richiesta di ordinanza di custodia cautelare avanzata dalla sostituto procuratore Lucia Anna Campo e firmata dal giudice per le indagini preliminari Marco Flamini.  Le accuse, che sono state confermate nella sentenza di primo grado, sono molto pesanti. Tre ragazze per sei mesi sono state in balia dei due giovani uomini, travolte da un incubo di violenza e ricatti.

«Possiamo risolvere i vostri problemi economici», questo il pretesto con il quale le giovani sono state avvicinate. «Facili guadagni in poco tempo» la accattivante proposta. Ma quel che è seguito è stato un inferno. Prima D'Angelo e D'Armi le avrebbero costrette ad avere rapporti sessuali con loro poi D'Angelo, l'ortonese, le ha obbligate a prostituirsi con un gruppo di uomini.

L'arma del ricatto era che se non si fossero prestate al gioco, su Internet sarebbero stati pubblicati videoclip degli incontri sessuali, e gli stessi filmati consegnati ai familiari. Continuando a minacciare le ragazze di diffondere i video, D'Angelo, le avrebbe costrette ancora a prostituirsi trattenendo in tutto o in parte il ricavato delle prestazioni di cui stabiliva il prezzo e procurando i clienti.

I rapporti si consumavano in un appartamento di Ortona messo a disposizione dallo stesso D'Angelo.  Le indagini sono iniziate grazie alla denuncia di una delle tre giovani che a un certo punto non ha più sopportato di vivere quella condizione di violenza e paura. L'operazione è stata condotta dai carabinieri della compagnia ortonese, diretta dall'allora comandante Nicolino Petrocco, ha portato anche al sequestro dei video utilizzati come minaccia. 

Ma i due si sono sempre protestati innocenti, intenzione confermata anche dalla scelta di non chiedere riti alternativi. Nessuna violenza sessuale né sfruttamento della prostituzione. Assistiti dagli avvocati De Sanctis, Dell' Elce e Di Tillo di Pescara ieri mattina si è celebrato il processo davanti al collegio del tribunale presieduto da Patrizia Medica che ha accolto in pieno la tesi accusatoria.

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