aveva 85 anni 

Addio a Richard Serra, un gigante dell’arte scultorea internazionale

NEW YORK. Il mondo dell’arte dice addio a Richard Serra, gigante della scultura contemporanea, celebre per i monumentali muri ricurvi di acciaio arrugginito che interagiscono con chi li ammira. Serra...

NEW YORK. Il mondo dell’arte dice addio a Richard Serra, gigante della scultura contemporanea, celebre per i monumentali muri ricurvi di acciaio arrugginito che interagiscono con chi li ammira. Serra è morto di polmonite a 85 anni nella sua casa di Orient a Long Island. Le sue opere avevano la scala dei templi antichi, l’inscrutabilità di monumenti misteriosi come Stonehenge. Spazi distorti creati da inattese pendenze o curvature davano alle sculture un sapore mistico capace di spiazzare il visitatore che, per apprezzarle a fondo, doveva attraversarle o camminarci vicino. Serra aveva studiato in Italia. A metà anni Sessanta, dopo una Fulbright a Firenze, il giovane artista ebbe la sua prima personale alla Galleria La Salita a Roma. L’arte e l’architettura italiana ebbero una profonda influenza sull’artista che si ispirò a San Carlo alle Quattro Fontane di Borromini per la serie Torqued ellipses. Nel 2018 poi, la galleria Gagosian aveva dedicato il suo intero spazio a Reverse curve, monumentale “S” allungata ideata nel 2005 per il Centro Internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia. Sculture che erano realizzate assemblando lastre giganti di acciaio ossidato uscite da stabilimenti avvezzi a fabbricare scafi di navi, così pesanti che ci volevano le gru per istallarle. Le opere avevano un elemento intrinseco di pericolo perché stavano in piedi da sole, senza aiuto di viti, bulloni o saldature. Dietro, c’era una lavoro complesso al computer per progettare curve e inclinazioni che sfidassero la legge della gravità.
Nato a San Francisco da un padre che aveva lavorato nei cantieri navali, anche Serra aveva passato le estati nelle acciaierie. Dal 1964, grazie a una borsa di Yale e un’altra della Fulbright, aveva viaggiato in Europa. Tornato negli Usa, realizzò le prime sculture in fibra di vetro e gomma, poi una serie di lavori gettando piombo fuso sulle giunture di elementi architettonici. Tra le ultime opere i monoliti istallati nel deserto del Qatar nel 2014: una creazione che ridefinisce il paesaggio pareggiando la diversa altezza delle dune.