Addio a Roberto Calasso una vita dedicata alla letteratura 

Scomparso a 80 anni lo scrittore fondatore della casa editrice Adelphi La sua opera più celebre  “Le nozze di Cadmo e Armonia”

ROMA. La figura di Roberto Calasso, scomparso ieri notte poco dopo aver compiuto 80 anni (era nato il 30 maggio 1941), è di gran rilievo nel nostro panorama culturale. Figura raffinata e complessa e forse per questo a volte controversa. Le sue erudite esplorazioni sul mito e sulla letteratura sono state tradotte in 28 lingue e pubblicate in 29 paesi.
Figlio di un professore universitario antifascista, Calasso ha presto mostrato una prodigiosa intelligenza letteraria, terminando la lettura dell’opera di Proust “Alla ricerca del tempo perduto” a soli 13 anni. Per il pubblico dei lettori il suo nome è legato alle scelte e la qualità di una casa editrice come Adelphi, da lui diretta dal 1971 e fondata nel 1965 con personaggi come Luciano Foa e Bobi Bazlen, cui ha dedicato un libretto di ricordi appena uscito, e alla scrittura di libri impegnativi ma affascinanti come «Le nozze di Cadmo e Armonia» del 1988, che ha superato le seicentomila copie, cui sono seguiti una ventina di altri titoli. Assieme alla notizia della sua morte arrivano in libreria anche due suoi volumetti: «Bobi», dedicato a un'amicizia intellettuale legato alla nascita della casa editrice, e «Memè Scianca», note sulla sua infanzia fiorentina in una famiglia di intellettuali impegnati durante gli anni tragici tra guerra e dopoguerra.
Il passato è stato tema di fondo nei suoi libri legati a un passato mitico e storico, occidentale e orientale, tentativo culturalmente personalissimo di decifrare il mondo, così che se ne possa anche intravedere il presente attraverso una narrazione letteraria che è stata definita allegorica. Calasso è figlio dei suoi maestri , da Nietzsche a Adorno, da Kafka a Krauss e Walter Benjamin, ma come ha scritto Citati: «ha attraversato la loro opera, se ne è nutrito fino alle minime cadenze dello stile e della punteggiatura, solo per dimenticarli. Se tutto nella sua mentalità e nella sua educazione lo predisponeva ad essere un saggista filosofico, il caso, gli astri o altri libri hanno voluto che egli diventasse molto di più: uno scrittore». Ecco «Le nozze di Cadmo e Armonia» in cui gli Dei scendono tra gli uomini e nel racconto si inanellano racconti mitologici come il rapimento di Europa da parte di Zeus o l'abbandono di Arianna da parte di Teseo, la vita a Atene e Sparta, con personaggi che vanno da Achille a Oreste, da Pentesilea a Demetra, a Ulisse. E Calasso annota: «Da secoli si parla dei miti greci come se fossero qualcosa da ritrovare. In verità sono le favole che aspettano ancora di essere viste». Un narrare intrecciando storie e epoche, sovrapponendo piani temporali, tanto che Calvino, a proposito de «La rovina di Kasch», affermava che il libro «tratta di due argomenti: il primo e Talleyrand, il secondo è tutto il resto», ieri, oggi, il mondo.
Se quindi c'è chi ha accusato Calasso di rifugiarsi nel passato evitando il presente, ecco che la studiosa Elena Sbrojavacca dichiara che «Calasso è affascinato dalla modernità, che per lui è il tempo della “letteratura dell' assoluto” che investe lo spazio lasciato vuoto dal tramonto del sacro». I suoi libri sono sempre opere complesse: pur avendo un tema o un personaggio centrale, è difficile dire di cosa parlino, non perché divaghino ma perché non conoscono confini, un discorso ne attira un altro.
La camera ardente sarà allestita oggi nella sede della sua Adelphi, a Milano, che con il sindaco Beppe Sala piange «un pilastro sui cui la nostra comunità può costruire il futuro». Dal ministro Dario Franceschini al presidente dell'Aie Ricardo Franco Levi, il mondo della cultura rende omaggio a un intellettuale che ha segnato il '900, «figura carismatica e coraggiosa» nel ricordo del Salone del Libro.
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