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Dialogo sul clavicembalo, domani incontro con Emilia Fadini

PESCARA. Appuntamento imperdibile domani al conservatorio di Pescara. Alle ore 11 la Sala “Bellisario” di palazzo Mezzopreti ospiterà un personaggio d’eccezione della musica classica: Emilia Fadini,...

PESCARA. Appuntamento imperdibile domani al conservatorio di Pescara. Alle ore 11 la Sala “Bellisario” di palazzo Mezzopreti ospiterà un personaggio d’eccezione della musica classica: Emilia Fadini, decana e pionieristica figura di riferimento per la moderna riscoperta del clavicembalo e del fortepiano in Italia. La grande interprete sarà ospite dell’Istituto musicale e incontrerà docenti e studenti del “D’Annunzio”, e appassionati (l’ingresso è libero), in un colloquio di circa due ore che riguarderà aspetti e momenti della sua carriera.
L’incontro è contestuale all’assegnazione del Premio Margherita d’Austria – Palazzo Farnese 2020, che si terrà nel pomeriggio dello stesso giorno, evento organizzato dalla Inner Wheel di Ortona.
Le metodologie didattiche ed interpretative di Emilia Fadini hanno di fatto rivoluzionato un ambiente fino agli Anni Settanta ancora in buona parte refrattario ai grandi movimenti innovativi d’Oltralpe nel settore della cosiddetta “musica antica”. Il concetto oggi dato scontato di un approccio sia documentario alle fonti storiche originali che tecnico circa metodi e possibilità esecutive allo strumento era in quegli anni ancora totalmente ignorato oppure sottovalutato. Nei Conservatori di Musica facevano infatti bella mostra di sé strumenti risalenti al primo Novecento (Wittmayer e Neupert soprattutto), lontani anni luce da un approccio filologico e consapevole al repertorio per clavicembalo. Mentre la tradizione del fortepiano e del pianoforte storico era stata completamente rimossa. L’esperienza d’insegnamento della Fadini, conclusasi al Conservatorio negli Anni Novanta e continuata in realtà pionieristiche per il panorama nazionale come la Scuola Musicale di Milano (con allievi dall’eccellente personalità artistica quali Ottavio Dantone, Enrico Baiano, Andrea Coen) è stata fondamentale per la rinascita nazionale di entrambi gli strumenti. La Fadini è stata la prima a cogliere la contraddizione del dualismo esistente allora tra le figure dell’interprete e del ricercatore, intese come entità separate. È quindi suo l’indubbio merito di aver dimostrato come i due ambiti di competenza potessero coesistere nella stessa persona, traendo anzi un vantaggio non indifferente per il risultato estetico - musicale finale. L’incontro è stato reso possibile grazie alla professoressa Giusy De Berardinis, docente del Conservatorio “Giordano” di Foggia e storica allieva della grande clavicembalista.