«Ecco 33 donne che hanno fatto la storia d’Italia» 

In uscita il 3 novembre “Le magnifiche” (Piemme) della scrittrice, attrice e pianista abruzzese  

Chi fu la papessa Giovanna e come tenne in scacco il papato? Chi fu la prima laureata della storia? Dove nasce l’odio tra Isabella d’Este e Lucrezia Borgia? Quali dolori nella vita della pedagoga Maria Montessori?
Le pagine scorrono avvincenti da Messalina a Grazia Deledda, da Margherita di Savoia a Wanda Osiris, da Lucrezia Borgia a Matilde Serao, da Artemisia Gentileschi a Lina Cavalieri. Donne amate, odiate, temute, controverse, perseguitate, arrendevoli o rivoluzionarie. Grandi figure femminili in palcoscenico nel volume di Daniela Musini “Le magnifiche – 33 vite di donne che hanno fatto la storia d’Italia”, in uscita il 3 novembre nelle librerie italiane e nei digital store per i tipi di Piemme Edizioni - Gruppo Mondadori (400 pagine, 15.90 euro).
“Le magnifiche” è un libro partitura, in cui intensi ritratti di donne straordinarie vibrano del talento e della passione per il teatro e la musica dell’autrice abruzzese (nata a Roseto, vive a Città Sant’Angelo). Pluripremiata scrittrice, pianista, attrice e autrice teatrale, Daniela Musini ha proposto con successo in Italia e all’estero recital sull’opera di Gabriele d’Annunzio e monologhi incentrati su Eleonora Duse e Maria Callas. Non è la prima volta che dedica pagine a donne carismatiche: ha scritto la biografia “Lucrezia Borgia. Misteri, intrighi e delitti” (Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri) e il saggio ebook sull’universo femminile dannunziano “I 100 piaceri di d’Annunzio. Passioni, fulgori e voluttà” (Librinmente Editore). Con “Le magnifiche” Musini inanella dall’antichità al Novecento le vite di 33 donne, non tutte italiane, ma legate all’Italia, con un’influenza incisiva sulla storia, la cultura, l’arte, il costume. Ne racconta glorie e sconfitte, slanci e cadute, fragilità e determinazione, passioni temerarie, scelte audaci, talento e solitudine.
«Sono emozionata, l’uscita di un libro è sempre una sorta di rito. In questo caso, poi, per una casa prestigiosa» ha detto Daniela Musini al Centro. Com’è nato il libro?
In maniera splendida e spontanea, non ho agenti letterari né conoscenze nella grande editoria. Ho una rubrica su facebook, #Coriandoli, in cui racconto personaggi, accadimenti. Ha sempre avuto seguito e gradimento tra i miei 13mila contatti. Proprio questo apprezzamento mi ha spinto a inviare cinque di questi coriandoli, cinque ritratti femminili a Piemme. Erano straniere, Alma Mahler, Camille Claudel, Billie Holiday, Jane Mansfield, Dalida. Mai avrei pensato che mi arrivasse una proposta. Invece, insieme ai complimenti per lo stile e il taglio dei testi, mi hanno inviato la proposta di scrivere per loro un libro dedicato a donne famose, ma italiane, o che avessero legami importanti con l’Italia e avessero contribuito a rendere grande il nostro Paese. Il numero 33 l’ha scelto il mio amato Nino (compagno dell’autrice, generale pilota dell’aeronautica militare, al quale il libro è dedicato, ndc), perché numero dantesco, esoterico, biblico.
Con quale criterio ha scelto le 33 magnifiche?
Sono donne impertinenti, prestigiose, dalla vita tumultuosa e straordinaria. Ho cercato di scegliere donne emblematiche per la propria epoca, le più importanti nel loro campo, o le prime. La scrittrice Grazia Deledda, per esempio, così pugnace, con la forza di volontà e l’amore per la cultura è arrivata a conseguire il Nobel per la letteratura. Matilde Serao, moglie del giornalista Edoardo Scarfoglio, sodale del cenacolo michettiano, è stata la prima donna a fondare e dirigere un quotidiano. L’austera Matilde di Canossa, alla quale nel Medioevo si inchinavano papi e imperatori, a quarant’anni si prese uno sposo 16enne, il duca Guelfo di Baviera. Ho stagliato ognuna sul fondale della storia e le ho immerse nell’humus sociale e culturale contemporaneo, ma mi interessava soprattutto la loro anima, il lato segreto, l’altra faccia della luna.
Quale ha più amato e quale detestato?
Mi sono innamorata di ciascuna di loro. È facile dire Eleonora Duse e Maria Callas, le conosco benissimo, le interpreto a teatro. Ho amato moltissimo Anita Garibaldi, la contessa di Castiglione, Chiara d’Assisi e la sua luminosità. Ho amato meno Maria Carolina, regina di Napoli. Nei primi anni del matrimonio con Ferdinando I, Re Nasone, fu straordinaria, ispiratrice di tante innovazioni nel regno, poi contraddittoria, ambigua. Ho messo ciascuna in palcoscenico, ho pensato a ognuna come a una sorta di partitura, a ogni esistenza come un insieme di musicalità e teatralità, ho puntato uno sguardo da regista, illuminando le loro vite con un faro come a teatro, tra luce e ombra. Il libro in fondo è la summa delle mie tre anime artistiche, autrice, attrice, pianista.
Quanto tempo ha richiesto il libro tra ricerche e stesura? E su quali fonti si è documentata?
La ricerca è stata condotta in modo onnivoro, libri, testi antichi, articoli, web, video. Poi ho impiegato 8-9 mesi per scriverlo. Ho la penna che scorre. E loro mi hanno preso la mano e la vita di ognuna si è dispiegata in modo fluido, naturale.
Presentazione de “Le magnifiche” il 5 dicembre al teatro Comunale di Città Sant’Angelo.