Enzo Decaro: il viaggio lento verso la mia “Odissea infinita” 

L’attore nei panni di Ulisse, tra i versi di d’Annunzio e la musica di Dalla e Guccini

C’è il senso dell’avventura, la poesia, la musica, i pericoli del mare, la ricerca continua della conoscenza. E sopra ogni cosa, il coraggio e la determinazione di un uomo alla conquista di se stesso. È l’Odissea infinita, il viaggio che compie Enzo Decaro stasera alle 21 per la stagione di prosa 2022/2023 del Teatro De Nardis di Orsogna, un viaggio incredibilmente moderno in cui l’attore napoletano dona voce e corpo a Odisseo, l'eroe omerico, e alla sua titanica impresa nel tempo e nei luoghi.
Ed è proprio a questa modernità di pensiero che attinge Alessandra Pizzi, autrice del testo, che nello spettacolo ripercorre l’emblematico viaggio di ritorno verso Itaca, e così facendo, offre il suo omaggio alla musica, alla poesia e alla letteratura che ad Ulisse si sono ispirate. Sul palcoscenico, questa volta l’eroe non incontra mostri e stregoni, ma dialoga con la lirica di Francesco Guccini, incontra Dante, Lucio Dalla e i versi della sua canzone Itaca. Incontra la poesia di Pascoli, Ungaretti e Montale, i testi di Borges e Malerba, i versi di Gabriele d'Annunzio e quelli delle canzoni di Caparezza e della Pfm, in una cavalcata tra musica e parole nella modernità del mito omerico. Perché, come si legge nelle note di regia, tra epica e narrazione, quello che incanta come il coro delle Sirene di Ulisse è il valore delle parole.
Enzo Decaro, che in scena è accompagnato dalle musiche dal vivo al pianoforte di Francesco Mancarella e dal beatbox di Filippo Scrimieri, mettendo in scena le avventure e le disavventure di Ulisse, spiega anche le ragioni che hanno motivato quel viaggio e quegli altri viaggi quotidiani che ognuno di noi compie alla ricerca di noi stessi. Ulisse è l'uomo moderno che spinge quotidianamente nel superamento dei propri limiti, che tenta affondi verso la conoscenza del mondo, ma soprattutto di sé. E torna a casa, consapevole dei propri "confini". Un viaggio circolare che parte da casa e ritorna a casa, sempre per poi ripartire, perché più forte del desiderio del ritorno è la bramosia della conoscenza.
L'Odissea di Omero è, in assoluto, l'opera che meglio di ogni altra riesce a rendere attraverso la metafora del viaggio, il lungo, lento, paziente, ma avventuroso percorso che l'uomo compie alla ricerca di se stesso. Un viaggio scandito da tappe che rappresentano i diversi stadi di crescita e di evoluzione a cui ci chiama la vita. Omero fa compiere al suo eroe mille ardue imprese. Lontano dalle coste di Itaca lo attendono guerre, mostri, pericoli, gli stessi che poi incontra anche sulla strada del ritorno, quando finalmente soddisfatto nella sua ricerca della conoscenza, sceglie la rotta per quella casa e quella terra che aveva lasciato per esplorare il mondo, superando paure e dubbi.
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