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In Abruzzo dieci anni dopo  Scorranese presenta il suo romanzo

L’AQUILA. La giornalista e scrittrice Roberta Scorranese presenterà il suo libro “Portami dove sei nata. Un ritorno in Abruzzo, terra di crolli e miracoli” (Bompiani), oggi alle 17, nella sede della...

L’AQUILA. La giornalista e scrittrice Roberta Scorranese presenterà il suo libro “Portami dove sei nata. Un ritorno in Abruzzo, terra di crolli e miracoli” (Bompiani), oggi alle 17, nella sede della Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d'Ocre a Palazzo Cappa Cappelli in corso Vittorio Emanuele all’Aquila. Con la Scorranese, abruzzese di Valle San Giovanni, in provincia di Teramo, giornalista del Corriere della Sera dove si occupa di temi culturali e di attualità, interverranno Annalisa De Simone e Germana D'Orazio. L’ingresso è gratuito.
Il libro è un romanzo-reportage. «A dieci anni dal terremoto», si legge nelle ote di presentazione dell’incontro odierno, «Roberta Scorranese scrive un omaggio personalissimo e commosso alla sua terra, che ribolle di destini imprevedibili».
«La campagna, le sue stagioni.», proseguono le note di presentazione del libro.«Un grande clan familiare: uomini di poche parole, donne custodi di sapienze e sapori, e un segreto taciuto per anni. Mille racconti, tra memoria e magia: la bomba di Zì ’Ntonio, i soldati tedeschi davanti a Pasqualino neonato la notte di Natale, le ragazze con le guance arrossate durante lo svestimento delle pannocchie, il vitello di Cesarino a cui togliere l’ammidia, il destino di Celestina e del suo bimbo “sbagliato”».
Roberta Scorranese, aggiungono le note introduttive dell’incontro, «parte dalle radici per raccontare il suo Abruzzo e tesse una tela che unisce passato e presente: perché il terremoto non cancelli la memoria, perché nemmeno il futuro è pensabile se non si guarda indietro. Così assistiamo al miracolo della Madonna cinquecentesca di terracotta, perduta, ritrovata, frantumata dal sisma e poi rinata grazie alla tenacia degli abitanti di un borgo; conosciamo Peppe e Rosa, che si giocano tutto ai tavoli verdi; scopriamo che c’è chi alle ipnotiche serpi di Cocullo deve la vita; e ci sembra difficile non credere a san Gabriele, che sa perdonare il “peccato grosso” finalmente svelato».
Il libro di Roberta Scorranese, concludono le note, «è una saga familiare narrata con humour e partecipazione. È un reportage su una terra fiera, che nonostante tutto conserva la fiducia nella possibilità dei miracoli. Ma soprattutto è la lunga lettera d’amore di una donna che fa ritorno nella terra che ha lasciato da giovane e, cercando le parole per raccontarla, ritrova se stessa e il senso profondo dei giorni».
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