L’arte di Ventrone a dialogo con la storia

Con una rilettura filologica delle sue nature morte il maestro torna a esporre in Italia, al Museo delle Genti d’Abruzzo

PESCARA. Dopo una lunga attesa, torna a esporre in Italia con Punti di Vista l’artista Luciano Ventrone, mostra a cura di Mariano Cipollini. Il lungo percorso espositivo, allestito nel Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara, aprirà le porte domani, 21 gennaio, e sarà visitabile fino al 26 marzo 2017.

L’esposizione, promossa dall’associazione Archivi Ventrone, si avvarrà di un nutrito e importante numero di opere provenienti sia dalla raccolta del maestro sia da collezioni private e pubbliche. La mostra si avvale del patrocinio della Regione Abruzzo, la quale sarà presente con una tela tra le più rappresentative del pittore romano.

Per la prima volta tutte le tredici sale espositive del museo sono state messe a disposizione di un solo artista. Nell’intento di creare un movimento sinergico tra i reperti presenti nella collezione permanente e l’incontro con i lavori di Ventrone, la mostra traccia un percorso espositivo particolarmente strutturato, una nuova concezione d’iter all’insegna della contemporaneità. Tutto mirato a riattualizzare le letture storico - antropologiche del complesso espositivo passando attraverso una narrazione «atemporale, ammaliatrice e ingannevole» che Ventrone fa della realtà. Attualizzazione ardita e intelligente, voluta sia dal direttore della struttura museale, Ermanno De Pompeis, quanto dal suo presidente Roberto Marzetti.

Punti di Vista non si presenta solo come una rilettura filologica delle nature morte del maestro, ma è protesa a riconsiderare e rivedere alcuni aspetti fondamentali che fanno di Ventrone un artista delle avanguardie. I lavori dell’ultimo ventennio sono messi in relazione con le sperimentazioni che l’hanno formato, dai primi anni Sessanta, per circa un quindicennio, sotto la guida iniziale di Giuseppe Capogrossi. «Non si può pensare che Luciano Ventrone non sia espressione di quell’avanguardia artistica che prescinde dall’utilizzo di qual si voglia forma», scrive il curatore Cipollini, «anche se nel suo caso è innegabile il peso del risultato estetico e percettivo, peso che, come ho già detto, non ne compromette la matrice concettuale che gli appartiene. Matrice che, pur contraddicendosi nel passare attraverso i canonici riferimenti riconducibili a forme artistiche giudicabili e comprensibili, ne manifesta altresì contenuti e concetti che si ristrutturano ex novo attraverso una significazione che, nel suo caso, se non passasse attraverso le nature morte, sarebbe difficilmente esprimibile».

Mostra dalle molteplici sfaccettature, Punti di Vista ci svela un Ventrone maturo e complesso, stimolato dall’ambiente che lo accoglie a relazionarsi in uno spazio dove il manufatto esposto è parte in causa anche del suo narrato: «I suoi lavori, veri e propri “oggetti semiotici”», osserva il curatore, «oltre a fornirci nozioni teoriche collaudate, trasformano una nuova intuitiva descrizione in una vera interpretazione».

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