L’Escatologia di Mario Vespasiani in mostra al MuMi

FRANCAVILLA. «Ho cercato sempre di esporre in luoghi di energia, vibrazione geomagnetica, geografica, genius loci , luoghi con un’anima capace di dialogare». E’ ciò che Mario Vespasiani, artista...

FRANCAVILLA. «Ho cercato sempre di esporre in luoghi di energia, vibrazione geomagnetica, geografica, genius loci , luoghi con un’anima capace di dialogare». E’ ciò che Mario Vespasiani, artista visionario profondo e “indipendente”, racconta di aver trovato “respirando” negli spazi del Palazzo San Domenico sede del MuMi, il Museo Michetti, a Francavilla alta, dove è in mostra il suo ciclo di opere “Eschatology - Opere monumentali sul mistero ultimo”. Un dialogo ideale «e non un omaggio», precisa, con i due grandi capolavori michettiani – “Le Serpi” e Gli Storpi”- in permanenza custoditi nel museo di piazza San Domenico. «Piuttosto un dialogo a cento anni di distanza con le mie grandi installazioni in cui affronto ugualmente ma in modo originale il tema della spiritualità, l’elevazione, la verità dell’esistenza. Una riflessione che ci accomuna al di là del tempo e ci parla della grande opportunità che la vita ci dà. Una grande preghiera di ringraziamento».
Quella di Vespasiani, quarantenne, marchigiano di Ripatransone, è un’arte in chiaroscuro in costante evoluzione, densa di contrasti, lampi di colore, metafore, attraversamenti. Che generano e conducono ad altre domande, alla ricerca urgente di un senso della vita più semplice, onesto, umano.
Il ciclo “escatologico”, volutamente in inglese nel titolo, è un progetto site specific dal forte impatto installativo-ambientale. Sono esposti due inediti dipinti ad olio di circa dieci metri di larghezza per due di altezza, realizzati appositamente per il luogo. Opere che si relazionano non solo con l'imponenza dello spazio museale e con quei riferimenti allo spirituale presenti fin dagli esordi nella ricerca di Vespasiani, conferma il curatore della mostra Giuseppe Bacci, ma anche con le due grandi tele michettiane, analoghe per tema e dimensioni - due processioni ambientate nell’Abruzzo primitivo, il rito dei serpari di Cocullo e il pellegrinaggio degli infermi al santuario di Casalbordino - conservate al piano terra. Finanche l’architettura del Museo Michetti ha ispirato la visione compositiva di Vespasiani. Il ciclo procede paradigmaticamente per discesa (lungo la scala dritta del museo che conduce ai due piani interrati)presa di consapevolezza e rinascita ovvero risalita al piano di partenza percorrendo la mostra all’inverso. Un percorso iniziatico, ama dire l’autore, metafora di un’esplorazione interiore che invita a mettere in risonanza cuore e mente.
Varcando l’architrave che conduce ai livelli inferiori, come all’ingresso del girone infernale una scritta richiama l’egoismo e l’avidità presente, èra destinata a implodere in “necessaria” apocalisse prima della riformulazione di un mondo nuovo.
«Come in una grande navicella spaziale», racconta Vespasiani, «ho raccolto all’interno di questa mostra al MuMi relitti di ritratti, paesaggi, simboli di ciò che non si vede. Tema di fondo della mia ricerca è il sacro inteso non come iconografia classica né provocazione né denuncia. Ho preso spunto dalle grandi tradizioni spirituali fondendone la sapienza per parlare a tutti attraverso la sensibilità di ogni singolo visitatore della mostra. L’arte è bellezza, linguaggio universale e sublime che parla all’animo umano, flusso di empatia che ci ricorda che non siamo solo materia».
«Diversamente dall’arte concettuale che rappresenta il brutto e il non senso perché il mondo fa schifo, con la mia ricerca mai codificata dico che il mondo è complesso, che il tempo che viviamo è ricco di contraddizioni e di opportunità», sottolinea l’artista piceno attualmente protagonista anche a Vicenza, a Villa Caldogno, con una mostra “potentissima” sull’eroismo dei giusti ispirata dalla leggenda ebraica, “Il tempo dei trentasei giusti” .
“Eschatology” è aperta fino al 19 novembre con ingresso libero, orario 9-13 e 16-20 dal martedì alla domenica. Info 085 4913719.
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