la biografia 

Le inquietudini di Graham Greene scrittore ed ex spia di sua Maestà

ROMA. Tra i libri di Graham Greene editi da Sellerio, che ne sta ripubblicando l'opera per il trentennale della morte, avvenuta il 3 aprile 1991, non c’è “Il potere la gloria”, che fu al centro di...

ROMA. Tra i libri di Graham Greene editi da Sellerio, che ne sta ripubblicando l'opera per il trentennale della morte, avvenuta il 3 aprile 1991, non c’è “Il potere la gloria”, che fu al centro di una vicenda che fece soffrire e riflettere lo scrittore cattolico inglese e di cui troviamo la ricostruzione in questa articolata, monumentale e ben scritta biografia che Richard Greene, omonimo ma non parente, gli ha dedicato. Il 9 aprile 1954 lo scrittore fu convocato dall'arcivescovo di Westminster che gli annunciò che quel libro era segnalato al Sant' Uffizio per essere messo all'Indice: poteva «disorientare le persone non illuminate, cioè la maggioranza dei lettori». Protagonista del libro è un sacerdote, che, durante le persecuzioni religiose nel Messico fine anni 30, ha dubbi, paure fisiche e metafisiche e un senso di colpa che annega nell'alcol. Nella biografia, Richard Greene ricostruisce tutta la vicenda nei chiaroscuri che inquietarono l'autore, il quale inviò una copia del romanzo a Monsignor Montini, che espresse il suo parere positivo all'inquisitore. Montini divenne poi Papa Paolo VI e incontrò Greene nel luglio 1965, confidandogli di aver letto vari suoi romanzi oltre quello. Da allora «Greene divenne più incline a scrivere del dubbio come contraltare della fede». Del resto il tormento della fede è una costante dell'esistenza inquieta, avventurosa dello scrittore, che spesso racconta di sacerdoti con rispetto, ma rivelandone le debolezze umane.
Una vita controversa, come in tanti suoi romanzi, a cominciare dal più amato, “Il console onorario”: la sua sofferta gioventù e l'insofferenza lo porterà a mettersi più volte in pericolo. Fu agente, durante la guerra, del servizio segreto M16, che abbandona alla vigilia dello sbarco in Normandia. Fu amico della spia doppiogiochista per l'Urss Kim Philby. Intellettuale, difensore dei diritti umani e amico di Castro (cui confessa di aver giocato più volte alla roulette russa con una pistola con un colpo in canna) e dei combattenti sudamericani per la libertà, è nel privato uomo dai mille tradimenti, marito che non voleva divorziare dalla moglie, pur essendo compagno per decenni di un'altra donna. Tutto rende coinvolgente la biografia di un uomo finissimo, colto, artista della scrittura, ma allo stesso tempo ossessionato dal problema dell'identità, nella vita e nei romanzi che sono specchio delle sue tante contraddizioni.