Il film 

“Parthenope”: la fascinazione di una sirena

CANNES. Celiniano, esteticamente compiaciuto, malinconico, blasfemo, zeppo di immagini e citazioni (compreso il vento di Fellini) e ovviamente maestoso inno alla bellezza che quando è perfetta, come...

CANNES. Celiniano, esteticamente compiaciuto, malinconico, blasfemo, zeppo di immagini e citazioni (compreso il vento di Fellini) e ovviamente maestoso inno alla bellezza che quando è perfetta, come quella di Parthenope, mostra anche il suo lato tremendo. Sorrentino racconta così la sua Napoli (e si racconta) attraverso la fascinazione del canto di questa sirena triste che nasce nel 1950 in mare, proprio come Venere, ed è forse anche più bella, e che fino ai giorni nostri è il “doppio” incarnato di questa città dalle molte anime. E che l’attrice e danzatrice milanese Celeste Dalla Porta che interpreta Parthenope ragazza è davvero troppo bella sullo schermo dove non manca di affascinare uomini e donne di ogni età. Incanta appunto come fa una sirena, ovvero fascina, lega, chiunque la incontri. Da una terrazza sul mare del golfo vittime dei vogatori, in un albergo John Cheever (Gary Oldmann), lo scrittore gay americano alle prese con le angosce e alcool, incanta l’agente di cinema Flora Malva (Isabella Ferrari) e anche Devoto Marotta (Silvio Orlando), professore di antropologia a cui chiede una tesi sul suicidio dopo quello dell’amato fratello Raimondo. Tra mille teatrini, assistiamo, di volta in volta, alla volontà della ragazza di fare l'attrice, alla sua determinazione nello studiare antropologia (da adulta, interpretata dalla Sandrelli), scopriamo che è diventata docente. E ancora la vediamo alle prese con un simil-comandante Lauro e poi con Greta Cool (Luisa Ranieri) superdiva Loren a fine carriera e mentre assiste al miracolo di San Gennaro in un Duomo strapieno. Ad officiare un sanguigno vescovo (Peppe Lanzetta) con l’ampolla in mano. Due volte Sorrentino ci regala la meravigliosa canzone di Cocciante Era già tutto previsto, e mille citazioni già dall’apertura, che tocca a Celine: «Certo che è enorme la vita. Ti ci perdi dappertutto».