Patrizio Maria D’Artista: una stagione da record per la prosa al Caniglia 

Bilanci e progetti del direttore artistico del teatro sulmonese «Abbiamo coinvolto i giovani e il tessuto sociale cittadino»

SULMONA. Da una parte una stagione con numeri da record davanti al pubblico di casa: 330 abbonamenti venduti all’inizio dell’anno e cinquecento persone in platea per ogni spettacolo, secondo i dati del botteghino del teatro comunale Maria Caniglia di Sulmona. Dall'altra la medaglia Città di Tagliacozzo Musa Talia, riconoscimento tributato per l'impegno «a servizio dello sviluppo delle attività di spettacolo e sociali» del teatro Talia e per la sua «costante vicinanza e partecipazione alle iniziative culturali della zona». In mezzo traguardi invidiabili come musicista e compositore. Trentotto anni da compiere, Patrizio Maria D'Artista porta avanti una carriera di tutto rispetto nell'ambito della produzione e della direzione artistica. Diplomato in scrittura musicale contemporanea e specializzato in composizione di musica da film, ha affiancato alla sua formazione artistica un Master di primo livello in Imprenditoria dello spettacolo, conseguito a Bologna. Ha poi studiato produzione musicale e discografica in Germania, frequentando anche un corso in Tecniche avanzate di mix alla Protosound Polyproject di Pescara. Molto del suo percorso come direttore artistico lo ha svolto alla guida di Meta Aps, associazione di promozione sociale costituita per la promozione e produzione di eventi culturali e di spettacoli.
Con il Caniglia è partito tutto da lì, nel mezzo delle restrizioni legate alla pandemia. «Il progetto di rilancio del Caniglia», ricorda, «come teatro di produzione e centro di riferimento sociale oltre che culturale, firmato Meta Aps e iniziato con la stagione 2021, in uno dei periodi più difficili per il teatro e lo spettacolo dal vivo, ha dato i suoi frutti».
D’Artista, per voi è stata una sfida lanciata da un punto di partenza tutt'altro che facile, ma nell'arco di pochi anni i risultati si vedono. Quali strategie avete messo in campo?
«Il dato numerico ci gratifica, naturalmente, ma non dice tutto. Abbiamo portato avanti un teatro che sa coinvolgere i giovani grazie a un’offerta ampliata e a progetti nel mondo sociale e delle scuole che hanno raggiunto l'obiettivo di costituire un movimento collettivo e comunitario, oltre che culturale, coinvolgendo tutto il tessuto sociale e associativo sulmonese. Tutto questo, con una programmazione significativa, da Leo Gullotta a Vanessa Scalera, passando per Donatella Finocchiaro nelle vesti di regista, quindi Massimo De Matteo, diretto da Claudio Di Palma con Il medico dei pazzi di Scarpetta, con cui abbiamo chiuso una stagione che, qualche giorno dopo, ha ospitato, fuori rassegna, l'anteprima nazionale di Roberto Saviano».
Cosa state preparando per la prossima stagione?
«Poco posso anticipare, anche se siamo avanti con la programmazione sia per Tagliacozzo che per Sulmona, dove stiamo pensando di guardare a produzioni internazionali, magari anche in lingua inglese, con tanto di sottotitoli».
Progetti musicali?
«Sto lavorando alla colonna sonora di un documentario di Carlo Liberatore e cerco, al contempo, di concentrarmi sul teatro. La scorsa estate ho avuto l'onore di lavorare al teatro greco di Siracusa con La pace di Aristofane: un’emozione unica e indescrivibile che porterò con me per molto tempo e della quale farò tesoro. Questo spazio o che risuona echi lontanissimi ed è stato per me un onore essere stato parte di un così prestigioso appuntamento. Nei prossimi mesi potrei tornare a lavorare su produzioni capitoline.