Piaggio e D’Ascanio, su Rai1 un film sul mito della Vespa 

Martedì in onda la storia dell’imprenditore ligure e dell’inventore abruzzese con Alessio Boni: « Oggi abbiamo un po’ di nostalgia di questi grandi italiani»

«Anche noi magari i più giovani chissà, come Piaggio, potremmo avere delle idee in grado di cambiare le sorti della nostra Italia. Abbiamo un po’ di nostalgia nei confronti di questi italiani, penso a Olivetti, Ferrero, e altri italiani tra i più influenti nel mondo... Ma oggi dovremmo pensare più al “noi” e meno all’“io”. L'uomo è un animale sociale, ha bisogno dell'altro. Insieme, si creano energie potenti. Ora, si nascondono tutti dietro ad un computer, ci dimentichiamo che l'altro siamo noi». Alessio Boni si riconferma un volto di punta Rai, uno di quelli a cui affidare ruoli importanti, come il protagonista di un movie dedicato a un personaggio realmente esistito come Enrico Piaggio, l’imprenditore di Pegli in Liguria scomparso nel 1965 a 60 anni.
L'attore bergamasco, 53 anni, presta volto gestualità e passione a “Enrico Piaggio- Un sogno italiano”, il film tv in onda su Rai1 in prima serata martedì con la regia di Umberto Marino presentato, nei gorni scorsi, a Viale Mazzini dalla direttrice di Rai Fiction, Eleonora Andreatta, alla presenza del protagonista dei produttori e del cast.
«Enrico era un autentico visionario, un pioniere», ha detto Boni. «Comprende che la gente, siamo nel 1945, ha bisogno di muoversi, si inventa la Vespa pensando per prima alle donne e ai preti che hanno l'abito talare. Poi si inventa le rate per il pagamento. Quindi convince i produttori e il regista di “Vacanze romane” con Gregory Peck e Audrey Hepburn e che, secondo i piani avrebbero dovuto spostarsi per Roma su un calessino, ad utilizzare la sua Vespa. E fu subito successo in America e nel mondo».
Prodotto da Rai Fiction e Movieheart, il film vede tra gli altri protagonisti Enrica Pintone nei panni della moglie Paola Piaggio, Roberto Ciufoli nelle vesti del genio progettista Corradino D'Ascanio, l’inventore di Popoli che creò la Vespa, cui Enrico Piaggio si rivolge, Francesco Pannofino in quelle del banchiere senza scrupoli Rocchi Battaglia, e con la partecipazione straordinaria di Violante Placido nel ruolo di Livia Rivelli. Nel cast Beatrice Grano è Suso (un ruolo che è un omaggio a Suso Cecchi D'Amico che collaborò alla stesura italiana di “Vacanze romane”).
È il 1945. La fabbrica di Piaggio, a Pontedera, è in macerie. I dodicimila operai che impiegava sono ora condannati alla disoccupazione e alla miseria. Piaggio avverte l'enorme responsabilità che grava sulle sue spalle. Inizia nella sua mente a formarsi un progetto, un sogno, quello di un mezzo di trasporto piccolo, robusto, agile ed economico, capace però di rilanciare la mobilità dando impulso alla ripresa della vita economica e civile del Paese: lo scooter che ancora oggi è il segno della creatività e del design italiani, la Vespa. Le immagini di Audrey Hepburn e Gregory Peck a bordo della Vespa in “Vacanze romane” chiudono il film tv. Eleonora Andreatta fa notare che Il tv movie su Enrico Piaggio nasce nella linea degli italiani illustri che dal loro passato possono parlare agli italiani di oggi e raccontare i valori di una vita e, in questo caso, di un'avventura imprenditoriale fatta di creatività, coraggio, rispetto del lavoro e condivisione con i lavoratori. La vicenda di Enrico Piaggio è esemplare di una qualità italiana che si proietta sull'attualità: non arrendersi alle difficoltà e alle incomprensioni, lottare, credere nelle proprie idee, perseguirle e produrre qualcosa che prima non c'era, innovare grazie al talento e all'inventività. A Enrico Piaggio si deve uno dei miti del made-in-Italy, la Vespa, un'invenzione.. universale che rivoluziona il modo di viaggiare. La forza di un'idea semplice.
Boni in dicembre tornerà, sempre su Rai1, con una docufiction. »Sì», risponde, «ne sono molto onorato: “Giorgio Ambrosoli - Il prezzo del coraggio”. A quaranta anni dall'assassinio «dell'eroe borghese», avvenuto l'11 luglio del 1979, si pone l'obiettivo di raccontare la storia esemplare di un uomo che amava la sua famiglia e il suo lavoro. Ma ci sono tante testimonianze importanti. L'intervista esclusiva alla moglie Annalori e una lezione universitaria del figlio, Umberto Ambrosoli, che ha collaborato alla realizzazione».
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