Pio e Amedeo: «Che risate il Sud che tifa per Salvini»
Il duo comico pugliese si racconta in vista dello spettacolo estivo a Pescara «Abruzzesi e foggiani sono uguali: amano la semplicità. Cambia solo l’accento»
«Pescara? Per noi foggiani, da ragazzi, era come New York». Pio D’Antini non scherza su questo amore fra Foggia e Pescara. E giura che non lo dice solo perché vuole tenersi buono il pubblico che attende lui e il suo compagno di comicità, Amedeo Grieco, foggiano e 35enne come lui, il 7 agosto, al Teatro D’Annunzio, per lo spettacolo “Tutto fa Broadway”. Pio e Amedeo sono un duo comico che ha conquistato il successo in tv, prima come Iene e poi come protagonisti dello spettacolo “Emigratis” trasmesso da Italia1. Lo spettacolo agostano a Pescara è una tappa del loro tour estivo ed è organizzato da Ventidieci, Alhena Entertainment e Top Agency. L’organizzazione generale del tour, invece, è di High Beat. I biglietti sono in vendita su Ticketone.it e Ciaotickets (poltronissima , 46 euro; poltrona, 37 euro; tribuna non numerata, 26 euro). «Tutto fa Broadway», spiegano le note di presentazione dello show estivo, «è uno spaccato della società italiana letto con la comicità diretta e dissacrante che caratterizza i due artisti: gag, battute e improvvisazioni nello stile del duo sono al centro dello spettacolo». Nell’attesa di far ridere il pubblico pescarese, Pio spiega cosa fa ridere lui e Amedeo, in questa intervista al Centro.
Che cosa vi diverte di più dell’Italia di oggi?
Ci fa ridere come noi italiani siamo facilmente vulnerabili.
Cioè?
Per esempio, ci fa ridere la politica di Salvini. Ormai abbiamo mandato nel dimenticatoio tutto il suo passato, quando ce l’aveva con il Sud. Ci fa ridere il meridionale che si sente molto amato da Salvini, oggi. Andando in giro per l’Italia sentiamo spesso dei meridionali che dicono: “Ha ragione Salvini”. E’ un elemento molto comico, questo.
Quando andate al Nord queste cose la raccontate negli spettacoli?
Sì, ma noi comunque non facciamo satira politica. La cosa bella di questo Paese è che ciò che fa ridere a Palermo fa ridere anche a Bolzano. Tutto questo in un’Italia che da Bolzano a Palermo, non è mai stata davvero unita.
Con il dialetto foggiano come la mettete? Vi capiscono quando lo usate in teatro, senza i sottotitoli della tv?
Non so per quale magia, sì, ci capiscono, anche se usiamo un dialetto così chiuso come il foggiano; talmente chiuso da essere incomprensibile. Forse fa ridere proprio perché non si capisce. Ma la battuta arriva sempre, grazie anche al rapporto comico di coppia che c’è fra noi. La gente ci ha accettato ormai. Abbiamo fatto breccia nei loro cuori.
Che rapporto avete con il vostro pubblico?
Dobbiamo tenercelo stretto, il nostro pubblico. Non capisco quelli che fanno questo mestiere e se la prendono perché qualcuno chiede una foto, un autografo. Queste sono cose bellissime. Ci sentiamo estremamente gratificati quando qualcuno ci ferma e ci dice che, grazie a una nostra cosa, gli abbiamo fatto ricordare un momento bello della sua vita.
Quali sono i vostri modelli comici?
Di modelli veri e propri non ne abbiamo. Certo, ci fanno ridere Totò, Massimo Troisi, Lino Banfi. Ma tecnicamente noi abbiamo un tipo di comicità abbastanza sui generis.
Un altro pugliese come Checco Zalone vi piace?
Checco ci fa molto ridere, sì.
Improvvisate semplicemente o avete anche un canovaccio?
Non abbiamo il tempo di scriverci le cose. Tutto quel che facciamo è frutto del nostro rapporto comico. Certo, per lo spettacolo abbiamo un canovaccio.
Che rapporto avete con l’Abruzzo?
Pescara è la Milano dei foggiani. Per noi, da ragazzi, era come New York. ðicevamo: “Madò, dobbiamo andare a Pescara!”. Si andava a ballare alla Fabbrica. E poi al mare andavamo ad Alba Adriatica, Vasto. Foggia, inoltre, è gemellata con Pescasseroli. Molti foggiani hanno fatto fortuna a Pescara. Certo, poi c’è la rivalità calcistica fra il Foggia e il Pescara.
Cosa hanno in comune e di diverso foggiani e abruzzesi?
In comune la semplicità Siamo persone semplici, e questo è bellissimo. Di diverso? Solo l’accento.
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