Salvatores: il mio film è fatto dagli italiani 

Alla Festa di Roma passa Fuori era primavera e il regista in isolamento si collega

ROMA. Un Gabriele Salvatores rilassato e disponibile, raggiunto in remoto a casa dove è in isolamento per il Covid, racconta il suo “Fuori era primavera”, passato ieri alla Festa del cinema di Roma. Un documentario che raccoglie i video fatti durante il lockdown mandatigli da migliaia di Italiani. Queste alcune delle cose dette dal regista nella sua lunga intervista.
La natura e noi Diceva Guccini in Noi non ci saremo: «Dai boschi dal mare ritorna la vita, e ancora la terra sarà popolata ma noi non ci saremo». Per questo a inizio film ho messo immagini della natura e quelle degli animali che si sono ripresi la città durante la quarantena. Il fatto è che i veri parassiti del mondo siamo noi. Le condizioni climatiche, gli allevamenti intensivi, le deforestazioni credo siano legate a quello che è successo. Sarebbe bello se, prima o poi, imparassimo qualcosa, ma non succederà: mettiamo sempre avanti il potere e il denaro.
Malattia Sono stato attentissimo alla malattia per tutti i mesi del film, poi il primo giorno di montaggio ho scoperto di avere il Covid. Attenti, siamo tutti vulnerabili. Smettiamola di essere arroganti, siamo solo di passaggio, non siamo il centro del mondo.
Futuro del cinema Già si parlava del futuro del cinema prima del Covid per il problema delle piattaforme, ma se la pandemia ha fatto qualcosa di positivo è stato far capire quanto sia importante la cultura, lo spettacolo, proprio quelle cose che il governo appena può taglia. Quanto ci hanno aiutato e fatto compagnia la letteratura e il cinema durante il lockdown? Insomma c’è bisogno del pane ma anche delle rose. La sala credo non morirà, resta una sorta di seduta psicanalitica della quale si sente sempre esigenza. Bisogna solo trovare il modo di far convivere sale e piattaforme, farle interagire.
Piccole storie Raccogliendo tutti questi video che mi sono venuti dagli Italiani ho scoperto una cosa: l'importanza delle piccole storie. Se il racconto è vero è sempre interessante, non ci vogliono insomma grandi idee per fare cinema. Quello che mi ha colpito poi degli Italiani è che hanno imparato davvero a filmare e a proporre immagini interessanti.
Nuovo lockdown? Sarebbe del tutto diverso. Nel primo c'era ancora ottimismo. Oggi temo che i video avrebbero un altro spirito e poi attualmente non c'è più fiducia nel governo.
Povertà e covid Il Covid è una 'livellà, ma fino a un certo punto. Sono sempre i poveri, le persone più deboli che pagano.
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