Sempre “nell’anima”: per Gianna Nannini dopo l’Lp arriva il film 

Su Netflix il lungometraggio ispirato alla vita della rockstar Stasera su SkyTg24 l’intervista che spiega il progetto

PESCARA. Un film per raccontare la musica e la vita di Gianna Nannini. Arriva dal 2 maggio su Netflix Sei nell’anima, lungometrattio tratto da Cazzi miei, autobiografia della rocker italiana pubblicata da Mondadori nel 2016. L’icona del rock italiano ha contribuito a scrivere la sceneggiatura, con Cosmo Calamini, Donatella Diamanti e la stessa regista del film, Cinzia TH Torrini. Nei panni della rocker la toscana Letizia Toni, mentre Andrea Delogu è una giovane Mara Maionchi.
La cantante ha pubblicato lo scorso 22 marzo anche il nuovo album dallo stesso titolo. «Ho fatto prima il disco, poi il film», ha dichiarato in una intervista per la puntata di Stories in onda stasera alle 21 su Sky Tg24.
Sei nell’anima è un album di inediti che diventa progetto: un disco, un libro, un film e un tour internazionale. Un viaggio nell’universo musicale e personale di Gianna Nannini tra racconti, ricordi, militanza e speranza. Il progetto prende il titolo da uno dei grandi successi della rockstar. Il film racconta la vita di Gianna, partendo dall’infanzia per arrivare al grande successo, passando per una tappa particolarmente complicata che lei stessa ha raccontato in un’intervista rilasciata a Vanity Fair: «Nel 1983 sono morta e poi nata di nuovo. Mi volevano sostituire con un’altra perché dicevano che non funzionavo più, che a trent’anni ero vecchia per fare il rock». «Ero come due persone diverse nello stesso corpo: una se ne è andata per sempre in quel 1983. Non so neanche io come ne sono uscita». Di certo, i successi da quell’anno in poi non si contano: Fotoromanza, «Bello e impossibile, Profumo, Scandalo, Meravigliosa creatura, Sei nell’anima e Fenomenale, solo per citarne alcuni. Anche prima tuttavia, come racconta il film, la sua vita è stata movimentata tra l’incidente nella pasticceria del padre che le è costato due falangi della mano sinistra e la fuga da casa a 18 anni per inseguire la musica da Siena a Milano. La sua storia inizia a Siena, nella contrada dell’Oca dove «quando nasci in una contrada la prima cosa che fanno ti portano la bandiera che ti accompagna dalla nascita fino alla morte». Dalla contrada alla campagna, a «scrivere musica e cantarla». Poi il trasferimento a Milano, dove inizia cantare con il suo inconfondibile stile. Prima del successo, la gavetta nei bar dove «si facevano delle session con i musicisti, si facevano i Rolling Stones, e io facevo già le mie canzoni». Uno stile unico caratterizzato anche dalle tematiche forti presenti nei testi «anche a Milano c’erano discussioni sul divorzio e l’aborto, e io frequentavo dei collettivi anche di femminismo libertario e quindi lì ci si formava, con l’autocoscienza si raccontavano le problematiche per trovare la libertà prima dentro e poi fuori, tirare fuori noi stesse». Fino al momento della scoperta del suo talento da parte di Mike Bongiorno «all’epoca non esistevano i talent scout, ma lui faceva una cosa simile con la Longari e andava alle manifestazioni». E poi anche da Mara Maionchi: «Facevo le canzoni al pianoforte e lei piangeva; da quello capii che forse ero brava. Lei era a capo della casa discografica di Battisti. Mi presero in cura, lasciandomi essere quello che ero in quel momento da cantautrice«. Un modo di fare che l’ha sempre accompagnata nella sua musica, anche nel nuovo album 1983, in cui scrive di essere nata senza genere e specificando che non le piacciono le etichette della società.
Una personalità la sua, che l’ha quasi portata a recitare accanto a Sharon Stone in Basic Instinct 2: «Ricevetti una telefonata da Hollywood: “deve fare un provino, Sharon Stone vuole lei”. Era impazzita per Profumo. Solo che il film era tutto in inglese, e nonostante mi fossi preparata, il provino non andò molto bene. Alla fine, hanno tagliato la scena».
Tra i momenti meno piacevoli del suo passato, quello con un suo maestro di pianoforte: «ci aveva provato quando avevo 13 anni e a quell’età non sai capire bene quello che sta succedendo, non lo racconti a nessuno. Tenere dentro non fa mai bene».
Ma oltre ai momenti più difficili ci sono anche momenti felici, come la nascita della figlia Penelope, per cui ha ricevuto molte critiche. «Fu come subire una violenza: tutto questo massacro mediatico. Io pensavo, “ognuno ha i suoi problemi. Io ho fatto quello che ho fatto e sono molto felice, la canzone più bella che ho scritto è Penelope».