“oltre il confine” alla 79ª mostra del cinema 

Un docufilm sul dramma ucraino  

Anteprima domani alle 10 della pellicola di Davide Cavuti

PESCARA. L’Abruzzo sarà presente alla 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con il film documentario Oltre il confine con la regia di Davide Cavuti, da un’idea di Giulio Capone (direttore di produzione), Matteo Veleno (direttore della fotografia) e dello stesso Cavuti, che firma sceneggiatura e musiche.
Il docufilm verrà presentato in anteprima nazionale domani alle 10 allo spazio FEdS al Lido di Venezia. Oltre al regista Cavuti saranno presenti alcuni dei protagonisti del progetto e Matteo Veleno. La pellicola è prodotta da MuTeArt Film in collaborazione con Fondazione Pescarabruzzo e Biblioteca Luigi Chiarini-Centro Sperimentale di Cinematografia. «Oltre il confine è un film documentario che racconta il dramma del popolo ucraino attraverso le immagini girate al confine lungo il corridoio umanitario di Medyka e all’interno della stazione Przemyl al confine tra Ucraina e Polonia», spiega il regista Cavuti. «La sceneggiatura si ispira a Dialoghi di Profughi, che Bertolt Brecht scrisse nel 1940, durante l’esilio finlandese, donandoci una serie di riflessioni sui sistemi politici e descrivendo un mondo che ancora oggi trema “ai comandi dei tiranni”». Il progetto nasce ad aprile quando Matteo Veleno torna dal confine ucraino, dove era stato come tele-cine operatore inviato di guerra, «e io stavo lavorando su un testo teatrale che prendeva spunto proprio dall’opera del drammaturgo tedesco», racconta Cavuti. Nel film, l’attore Pino Ammendola ricopre il ruolo di Pyotr, violinista fuggito dall’Ucraina insieme ad Anja, interpretata da Angelica Cacciapaglia, e ai piccoli Misha e Alisa, interpretati da Matteo Consorte ed Elisa Di Luzio. Partecipazioni straordinarie per il giornalista Mediaset inviato di guerra Angelo Macchiavello e per Alessandro Haber e Michele Placido, voci narranti. Le immagini girate al confine sono state realizzate da Matteo Veleno, con il coordinamento della troupe a cura di Giulio Capone. «Il lavoro dell’attore è un lavoro fragile che sembra incidere poco sul reale; non fabbrichiamo o modifichiamo nulla di materiale ma tutte le volte che ci viene data la possibilità di dar voce a coloro che non ne hanno si realizza il fine ultimo della nostra fatica», ha commentato Ammendola. Le scene del film sono state girate a Montesilvano a luglio, grazie alla disponibilità di RFI e del Museo del treno. «Ho potuto constatare di persona quanta sofferenza ci fosse nel volto degli ucraini sfuggiti a questa ennesima guerra e ai tanti bambini che attraversavano il confine per raggiungere Varsavia, la stazione d’Europa da dove poi venivano dirottati nelle varie città europee. Uno strazio enorme nei loro volti», ha commentato Matteo Veleno. «Un colpo al cuore vedere gli sguardi dei bambini ucraini», ha aggiunto Giulio Capone, coordinatore della troupe in Ucraina.