Vite comuni e straordinarie sfilano al Docudì festival 

Pescara pronta a ospitare l’11ª edizione del concorso di cinema documentario Sette proiezioni a ingresso gratuito e per ognuna incontro con il regista in sala

PESCARA. Dalle antiche tradizioni raccontate in “Sulla via dei due padri” alla vicenda di sopravvivenza di “Inguardabile” alle drammatiche testimonianze in “La casa viola”, dalle storie di due protagonisti della vita politica e sociale, rispettivamente in “Un compagno di nome Enrico” e “L’uomo più buono del mondo”, al ricordo ancora vivido del terremoto del 2016 nel Centro Italia nel cortometraggio “Noélle” e, in “Sospesi”, le voci e storie di italiani all’estero durante la pandemia. Sono i temi dei lavori presentati nell’11ª edizione di Docudì, concorso di cinema documentario organizzato a Pescara da Acma – Associazione cinematografica multimediale abruzzese. La rassegna sarà ospitata dall’auditorium Cerulli – Casa delle arti (via Verrotti 42) dal 28 marzo al 16 maggio, data delle premiazioni e della proiezione quale evento speciale del film fuori concorso “Cielo aperto” di Ruggero Romano, che racconta di comunità unite nel tentativo di riappropriarsi della propria città, Venezia.
Il programma di Docudì 2024 viene illustrato oggi a mezzogiorno, nella conferenza ospitata dalla sala giunta del Comune di Pescara, da Chiara Manni, presidente Acma, e dalle assessore Maria Rita Carota (Cultura) e Nicoletta Di Nisio (Associazionismo sociale).
Ecco il calendario delle proiezioni, sempre dì giovedì (ore 18.30, ingresso gratuito). Il 28 marzo in scaletta “Un compagno di nome Enrico”, ritratto di Enrico Berlinguer nel suo rapporto con l’Abruzzo, firmato da Andrea Sangiovanni e Andrea D’Amico e prodotto da Fondazione Abruzzo Riforme e Mac Factory, la società spin off dell’università di Teramo. Il 4 aprile è la volta di “Sulla via dei padri” del cineasta romano Bruno Palma, sulla transumanaza tra Campania e Puglia, al seguito della famiglia Moscariello e le sue mandrie di vacche. L’11 aprile si proietta “L’uomo più buono del mondo” di Angelo Figorilli e Francesco Paolucci, sul giornalista e sindacalista anarchico sulmonese Carlo Tresca, emigrato negli Stati Uniti e per quarant’anni considerato dall’Fbi un pericoloso sovversivo. Il 18 aprile visione di “Sospesi” di Martina Dall’Ara, documentario fatto delle voci di tantissimi italiani bloccati all’estero nel 2020 per la pandemia Covid. Il 2 maggio in programma “La casa viola” dei registi pescaresi Francesco Calandra e Maria Grazia Liguori, sulle vite delle donne vittime di violenza che hanno trovato rifugio nella dimora protetta e segreta che dà il titolo al documentario. Il 9 maggio doppia proiezione: “Inguardabile” di Marilena Pisciella (in collaborazione con Cristina Núñez), progetto autobiografico nato nel 2017 dopo una diagnosi di cancro, e “Noélle in nessun posto” di Clara Pazzaglia, memoria ancora forte del sisma del 2016 che colpì, con una terribile sequenza di scosse che arrivò a gennaio 2017, le regioni centrali dell’Italia, tra cui l’Abruzzo. «Docudì torna, in questa edizione 2024, a essere una vetrina delle problematiche culturali, ambientali, sociali e si caratterizza come luogo di incontro e relazioni, mettendo sotto i riflettori la vita delle genti, delle tradizioni e delle diverse e complesse vicende del nostro Paese» afferma Acma. «In questa fase di transizione dei popoli e cambiamenti epocali un festival può diventare ancora di più un luogo di arricchimento culturale e un momento forte di riflessioni. Anche in questa edizione al termine di ogni proiezione ci sarà l’incontro con i registi per un momento di approfondimento e di dialogo con il pubblico in sala. La modalità organizzativa è quella del “festival diffuso” con appuntamenti ogni giovedì da marzo a maggio. Parteciperanno autori e registi delle opere selezionate e messe in concorso. Sarà il pubblico in sala a decretare il vincitore del Premio DoCudi 2024, votando di volta in volta il documentario visionato. L’altro premio verrà assegnato dall’Acma al documentario che si sarà distinto per la tematica sociale più interessante».