Zaino, avvocato con il talento per la scrittura 

Principe del foro a Roma, 91 anni, tornato nella sua Pescara pubblica romanzi e raccolte di versi apprezzati da critici severi

PESCARA. Principe del foro, scrittore, poeta. Alla prosa e al verso Ezio Zaino ha dedicato, e dedica, la stessa passione e lo stesso impegno riservati a codici e pandette. Novantuno anni (è nato a Popoli il 19 agosto 1929), Zaino è un “giovane” scrittore che ha riabbracciato l’antico amore per liriche e narrativa una quindicina di anni fa, dopo aver smesso la toga di avvocato penalista e lasciato le aule romane di giustizia dove risplendeva il suo talento professionale.
Non da meno il talento di narratore e poeta, certificato dalle firme di significativi intellettuali sulle prefazioni alle sue sillogi poetiche e dall’incoraggiamento di una voce autorevole della critica e della poesia quale il coetaneo Giorgio Bàrberi Squarotti. La nuova creazione letteraria di Ezio Zaino è il romanzo “Evanescenze” pubblicato dall’editore Carabba di Lanciano (380 pagine, €25). Sul retro di copertina Zaino osserva che la trama di un romanzo non deve essere anticipata, neppure in sintesi, al lettore per non privarlo del piacere di esprimere il proprio giudizio sul libro. Tuttavia, tradendo la raccomandazione dell’autore, si può dire che il protagonista del romanzo “Evanescenze” è il giovane e problematico Roberto, figlio unico. Intorno all’enigmatico giovanotto altri “attori in causa”, gli adoranti nonni materni e i genitori di Roberto, madre felice col marito a casa ma inquieta e sospettosa di tradimenti quando lui si assenta per lavoro. Roberto vincerà le ripetute evanescenze del suo spirito con lo sforzo della volontà e dell’intelligenza e con l’aiuto di una fidanzata.
Prima di “Evanescenze” molta poesia, sonetti e versi liberi, racconti, pièces teatrali, il romanzo breve “Ramona” e le narrazioni di respiro più lungo, come l’esordio “Giovinezza di uno scrittore” pubblicato da Carsa Edizioni di Pescara. Le raccolte di versi hanno avuto prefazioni di Gabriele Di Giammarino, preside di liceo a Roma e direttore dei latinisti del Lazio, di Luigi Reina, rettore universitario e specialista della letteratura italiana del '900, del poeta, romanziere, saggista e critico Dante Maffia. Il primo libro di sonetti di Ezio Zaino “L’ombra del corpo”, inviato dall’editore a Giorgio Bàrberi Squarotti, professore emerito di letteratura italiana nell’università d Torino, ha avuto in risposta una lettera del grande intellettuale indirizzata direttamente all’avvocato-poeta, avvio di un’amicizia epistolare durata fino alla scomparsa nel 2017 del maestro torinese. In una lettera del 2010 Bàrberi Squarotti scrive dei romanzi “Annalisa” e “Giovinezza di uno scrittore”: «Caro Zaino, ho letto i due romanzi con molta partecipazione e interesse. (…). La sua scrittura è elegante, (…), spicca brillantemente sulla narrativa di moda, tanto banale e ripetitiva».
La carriera di scrittore di Zaino e la sua seconda giovinezza prendono le mosse alla fine della lunga carriera forense, chiusa non senza commozione nel 2004 con un impegnativo processo in Corte d’appello sull’autenticità o meno di quadri e disegni attribuiti a Van Gogh e altri pittori. Il ritorno dell’avvocato da Roma a Pescara, città dove la tradizione familiare dell’avvocatura è continuata dal nipote Sergio Della Rocca, è stato anche il nòstos alla poesia, nel segno di una personale madeleine, la memoria sinestetica dei pomeriggi coi libri di studio sulla spiaggia di Pescara. Città dove Zaino ha frequentato le scuole medie prima del liceo ginnasio a Sulmona. Da ginnasiale i primi sonetti, pubblicati nel giornalino di classe. Dopo la laurea in giurisprudenza a Roma, Ezio Zaino si è rapidamente affermato nell’avvocatura come civilista prima di entrare nella crema dei penalisti della capitale.