Proteste dei cittadini in fila per riuscire a pagare

16 Giugno 2012

PESCARA. Cittadini in coda con le cartelline dei documenti in mano e centralini telefonici che non smettono di squillare, nemmeno per la pausa pranzo. E’ un venerdì di fuoco per gli operatori dei...

PESCARA. Cittadini in coda con le cartelline dei documenti in mano e centralini telefonici che non smettono di squillare, nemmeno per la pausa pranzo. E’ un venerdì di fuoco per gli operatori dei Centri di assistenza fiscale (Caf) dislocati sul territorio. L’avvicinarsi della scadenza per compilare il modello F24 e quindi per pagare la prima rata dell’imposta municipale unica (Imu) sulla casa genera apprensione e nervosismo tra le migliaia di pescaresi chiamate a calcolare entro lunedì il valore del nuovo balzello introdotto dal Governo Monti.

La calca si concentra intorno alle 9 del mattino, ora in cui aprono tutti gli sportelli dei vari patronati. Come confermano i responsabili degli uffici, la folla non si dirada prima delle 20. Ogni giorno si arriva così a sfiorare le cinquecento pratiche. «È la seconda volta che vengo qui», ammette Luciana, in fila ieri mattina al Caf della Uil di via Tirino, «la prima volta sono arrivata intorno alle 9 e sono andata via perché bisognava attendere troppo tempo. Oggi invece sono arrivata a metà mattinata e la situazione è decisamente più distesa».

La conferma arriva dalla responsabile della struttura Roberta Faieta: «Il telefono è bollente. Sono troppe le persone che si sono ridotte all’ultimo minuto per calcolare la tassa. La gente è impaziente, ha fretta e spesso se la prende con noi operatori che purtroppo, in tutta questa storia, non c’entriamo un bel niente».

«Per compilare quante più pratiche possibili», aggiunge Faieta, «da qualche giorno abbiamo iniziato a non rispettare gli orari. Non ci fermiamo nemmeno per il pranzo. Tra le due sedi di via Tirino e via Firenze, oggi (ieri, ndc) abbiamo effettuato 180 pratiche».

Al Caf della Cgil, in via Benedetto Croce, i proprietari degli alloggi sono ricevuti su appuntamento. «In questo modo», spiega un impiegato, «si evita la calca e possiamo compilare i documenti in tranquillità, senza grossi problemi».

Non mancano le lamentele tra i pescaresi in attesa. Latifa Belkacem si rammarica per il diverso trattamento ricevuto ai due uffici tributi dei Comuni di Pescara e Montesilvano: «Non sapevo se il mio terreno fosse classificato agricolo oppure edificabile», sottolinea la donna, «a Montesilvano mi hanno suggerito di pagare di tasca mia un geometra e di effettuare un versamento di 50 euro per la richiesta. Mi hanno spiegato che era la prassi. A quel punto, sono andata al Comune di Pescara, ma lì mi hanno detto che non avrei dovuto pagare nulla».

Ylenia Gifuni

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