L'AQUILA

Addio Pitò, storico barista

Per 50 anni il suo locale è stato il più amato da calciatori e rugbisti. Oggi i funerali nella chiesa del cimitero monumentale

L'AQUILA.  Aquilano doc («de Fontesecca», come amava ripetere), con il cuore diviso a metà tra il rossoblù dell’Aquila e il bianconero della Juve. Luciano Pitone, per tutti Pito’, storico barista e presenza fissa allo stadio, si è spento ieri in ospedale, all’età di 78 anni, dopo un ricovero. Lascia  moglie e tre figli. Oggi alle 15 l’addio nella chiesa del cimitero.

Dietro al bancone era un "cacciaparole", di quelle persone consapevoli che il lavoro di barista va ben oltre la semplice somministrazione. Barzellette eleganti, caffè dalle tre c ("cavolo come coce") e un'atmosfera che sapeva di casa avevano fatto breccia nel mosaico cittadino. Il suo L'Aquila Bar era posto all'inizio della Rotonda, lì dove strade della città si intrecciano e i destini, in qualche modo, si fondono. Un luogo che ha visto passare il tempo con grazia e gentilezza, accogliendo le risate e le storie di una comunità intera. E la saracinesca del bar, rimasta abbassata già da 11 anni, segna ancora adesso una pietra miliare nella storia cittadina.

Luciano Pitone - Pitò per tutti - scomparso ieri all'Aquila, quella pietra se l'era scolpita giorno dopo giorno, per oltre 50 anni. Sin dal 1963, quando insieme a suo padre Nello aprì le porte del bar per la prima volta in via Fontesecco. Il trasloco del locale in viale della Croce Rossa nel 1986 ha segnato un nuovo capitolo nella storia del bar.

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