Amnesie in tribunale, una 40enne nei guai 

Accusata di falsa testimonianza durante il processo ai rom per sequestro di persona ed estorsione

AVEZZANO. Tre quarti d’ora di «non ricordo» e «non so» durante un processo in tribunale che vede imputati due rom e la compagna di un terzo rom. Amnesie che sono costate l’accusa di falsa testimonianza nei confronti di Valentina Virgini, 40enne di San Benedetto dei Marsi. Rischia dai due ai sei anni di reclusione qualora trovasse conferma la tesi accusatoria sostenuta dal pubblico ministero Lara Seccacini. Il pm ha infatti chiuso le indagini.
Valentina Virgini, secondo l’accusa, si è mostrata reticente nonostante le plurime sollecitazioni della pubblica accusa e della presidente del collegio, Zaira Secchi.
La donna ha sostenuto che dopo la separazione dal marito si era totalmente disinteressata alla vicenda che lo riguardava, nonostante lei stessa avesse in passato fatto delle denunce che hanno messo nei guai i tre imputati per sequestro di persona, estorsione, violenza privata e lesioni personali.
La vicenda è quella del geometra di San Benedetto dei Marsi, Giampaolo De Stefanis, 48 anni, terrorizzato dalle ritorsioni, picchiato e per l’accusa costretto a consegnare 2mila euro ai rom Pasquale Di Silvio, 28 anni, e Nazzareno Di Silvio, 27enne, e a Leda Salvi, 37 anni, quest’ultima compagna di Antonio De Silvio la cui posizione era stata stralciata a seguito di un precedente patteggiamento. Tutti presenti durante l’udienza in tribunale, assieme ad altri familiari.
I fatti che hanno portato al processo risalgono al 2011 quando il geometra si era offerto di fare da intermediario per aiutare una famiglia rom di Avezzano a ottenere qualche migliaio di euro da una finanziaria. Per quel prestito mai arrivato era finito sotto sequestrato per ore in una casa di Pucetta ad Avezzano, costretto a consegnare una somma come risarcimento danni, minacciato e ferito. Aveva riportato le fratture del setto nasale e della mandibola, oltre a un taglio provocato dalla lama di un coltello.
Per paura di nuove e più dure ritorsioni, l’uomo era scappato da casa in due circostanze, la prima volta diretto a Montecatini Terme in Toscana e la seconda a Pescara, finendo anche sugli schermi di “Chi l’ha visto?”. Dalle indagini dei carabinieri, scattate all’indomani di una denuncia dei familiari, era emersa una storia di ricatti, soprusi e violenze che aveva portato a tre arresti e a una denuncia. Quindi al processo. (r.rs.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.