Alcune aziende hanno pagato fino a 10mila euro per ottenere atti e certificazioni privi di valore

Arrestata finta consulente

Donna accusata di aver truffato imprese agricole

L’AQUILA. Si spaccia per consulente ambientale e arriva a raggirare decine di piccole e grandi aziende della Marsica e del Frusinate, facendosi pagare per prestazioni mai eseguite. È finita così in manette Raffaella Viva, trentenne di Avezzano, definita una professionista del variegato mondo delle truffe.

Accusata di sostituzione di persona, appropriazione indebita, millantato credito e falsificazione di certificati, oltre che di truffa, la donna raggirava impreditori e professionisti nell’area marsicana e del Frusinate. La truffa nei loro confronti avveniva mediante falsificazione di assegni bancari, assegni postali, ma anche attestati o certificazioni che recavano loghi e intestazioni di pubbliche amministrazioni. Il tutto per accreditare, agli occhi delle aziende, per lo più agricole e commerciali, la sua posizione di consulente ambientale, ottenendo dalle imprese anticipi in denaro per prestazioni professionali mai erogate. Gli imprenditori si trovavano in mano documenti fittizi e false autorizzazioni soprattutto nel settore ambientale e paesaggistico.

Da qui sono partite le segnalazioni al comando del Corpo forestale di Avezzano. L’attività investigativa che ha portato la donna agli arresti domiciliari, su ordine del gip di Avezzano Stefano Venturini, è partita nel 2007 con indagini coordinate dal vice questore aggiunto del Corpo forestale Luigi Margarita, in collaborazione con il Nipaf dell’Aquila. A scoprire il raggiro si è arrivati anche grazie alle intercettazioni telefoniche e ai pedinamenti.

L’arresto è stato eseguito giovedì. I militari del Corpo forestale hanno eseguito i decreti di perquisizione disposti dal sostituto procuratore Guido Cocco, in diverse località della Marsica e nella Capitale portando al sequestro di computer e documenti che ora al vaglio degli inquirenti. Ma le mire della donna andavano anche oltre. «Quando non riusciva ad essere convincente la donna arrivava anche a minacciare gli imprenditori, millantando amicizie di funzionari pubblici e di forze di polizia per ottenere le somme di denaro», ha spiegato Margarita nel corso di una conferenza stampa nella sede del comando regionale del Corpo forestale all’Aquila.

Atti riconducibili al reato di estorsione. «Una volta ha avuto persino il coraggio di presentarsi al comando di Avezzano», ha proseguito «invitando il nostro ufficio ad eseguire dei controlli straordinari su un’attività che, evidentemente, non voleva pagarle la “consulenza”». La donna è arrivata persino a organizzare un convegno tecnico-scientifico, di caratura nazionale, all’hotel dei Marsi. Un appuntamento, con tanto di locandina e brochure, al quale sono stati invitati esperti del settore paesaggistico. Convegno che poi non si è tenuto. Truffe e raggiri facevano guadagnare la donna dai 1.500 ai 10.000 euro a volta, a seconda dell’azienda coinvolta nel raggiro.

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