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Asfalto selvaggio nel Parco Strada sequestrata e proteste

VILLAVALLELONGA. Su ordine della Procura di Avezzano (pm Roberto Savelli), a seguito della notizia di reato trasmessa nei giorni scorsi dal Parco nazionale d’Abruzzo, le Guardie del Parco coadiuvati...

VILLAVALLELONGA. Su ordine della Procura di Avezzano (pm Roberto Savelli), a seguito della notizia di reato trasmessa nei giorni scorsi dal Parco nazionale d’Abruzzo, le Guardie del Parco coadiuvati dagli agenti del Coordinamento territoriale per l’Ambiente della Forestale hanno proceduto al sequestro del cantiere di lavoro della strada Villavallelonga-Prati d’Angro. «I lavori, ancora in corso», sostiene il Parco, «erano stati sospesi con ordinanza dello stesso Parco il 13 luglio scorso perché realizzati in contrasto con le prescrizioni impartite dal Parco, che consistevano, in particolare, nel divieto di realizzazione dell’ultimo tratto, quello tra il bivio della Val Cervara e il fontanile dell’Aceretta, realizzato nonostante le diffide del Parco. All’arrivo delle guardie del Parco e dei Forestali un gruppo di residenti ha impedito fisicamente e con le proprie auto l’accesso alla strada per l’esecuzione del provvedimento di sequestro della stessa, anche iniziando a proferire insulti nei confronti delle guardie del Parco, del responsabile del servizio di sorveglianza e del direttore del Parco, che stavano coordinando le operazioni. L’atmosfera si è andata via via surriscaldando, nonostante l’intervento dei carabinieri di Trasacco e dei funzionari del commissariato di Avezzano, chiamati sul posto per evitare che la situazione precipitasse, quando con i mezzi si stava accedendo all’area per eseguire il provvedimento giudiziario, con ingiurie, offese e minacce di ogni tipo, addirittura con pugni e calci alla macchina di servizio del Parco. Il sequestro è stato attuato con l’apposizione di transenne all’altezza della Val Cervara, per impedire l’accesso all’ultimo tratto della strada, che finisce in località Aceretta; sulle transenne sono stati apposti i cartelli segnalanti il sequestro d’urgenza disposto dalla magistratura. Il direttore del Parco Dario Febbo ha dichiarato: «Abbiamo sequestrato il cantiere dove è stato perpetrato un grave abuso, per eseguire un ordine del magistrato, ribadendo che in un Parco nazionale lo sviluppo sostenibile deve necessariamente andare di pari passo con la conservazione della natura e la tutela della biodiversità».

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